Per concretizzare un nuovo modello di sviluppo sui territori a volte occorre distruggere fisicamente quello che c’era prima, ed è quanto da oggi sta avvenendo a Firenze, nel sito di San Donnino dove fino al 1986 era attivo l’omonimo inceneritore.
Grazie a un investimento da 40 mln di euro, finanziato per 3,5 mln di euro dal Pnrr, Alia Multiutility ha iniziato l’abbattimento delle due ciminiere – ciascuna alta 60 metri – liberando la Piana fiorentina da una presenza anche paesaggisticamente ingombrante, per fare posto a un nuovo impianto dell’economia circolare dedicato al riciclo dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee).
«La Toscana ha scelto di spingere l’acceleratore sulla sostenibilità e sull’economia circolare – commenta il presidente della Regione, Eugenio Giani – La nuova programmazione traccia una rotta chiara, quella verso il recupero e il riciclo dei materiali tratti dalla raccolta differenziata, con residui sempre più marginali di rifiuti non riutilizzabili e destinati alla termovalorizzazione».
Per l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni, si tratta di «un momento storico. Con l’abbattimento delle torri dell’ex inceneritore di San Donnino si abbatte il simbolo di una storia che ha segnato profondamente sia questo territorio che la comunità che lo abita. È anche la dimostrazione tangibile di una volontà politica forte, la decisione di cambiare rotta nella gestione dei rifiuti e indirizzare il futuro verso la sostenibilità. Al posto di un inceneritore che ha generato conflitti profondi nascerà un luogo in cui saranno recuperati i Raee raccolti in Toscana e dai quali verranno estratte terre rare e metalli preziosi, una vera e propria miniera urbana, con evidenti benefici per l’ambiente ed elevata attenzione agli aspetti sociali e al recupero di posti di lavoro».
Con una potenzialità di trattamento fino a 65.000 tonnellate all’anno, una volta pronto (entro giugno 2026, anche per rispettare i tempi del Pnrr) l’impianto per il recupero dei Raee di San Donnino farà da perno a una filiera industriale circolare tutta toscana.
Ad esempio, verranno attivate sinergia con altre aziende del gruppo Alia Multiutility specializzate nel recupero delle plastiche – si pensi al know-how della pontederese Revet – a cui destinare tale flusso per sfruttare ulteriori opportunità di riciclo.
All’interno del Polo di San Donnino, Alia sta inoltre studiando la possibilità di inserire linee di trattamento specialistiche per ottimizzare il recupero delle componenti valorizzabili: in particolare schede elettroniche da cui, attraverso tecnologie di idrometallurgia, è possibile recuperare metalli preziosi, tra cui oro, argento, palladio, nonché batterie al litio da cui estrarre il litio stesso, ma anche cobalto e nichel. Perché senza impianti industriali per estrarre valore dai rifiuti raccolti, la raccolta differenziata resterebbe uno sforzo sterile chiesto ai cittadini.
«Il progetto di San Donnino – spiega l’ad di Alia Multiutility, Alberto Irace – testimonia l’impegno di Alia nell’essere assoluta protagonista di questa nuova fase basata sul recupero e sul riciclo. Grazie agli oltre 1,1 miliardi di euro di investimenti messi in campo in Toscana, è previsto lo sviluppo di reti impiantistiche che vanno proprio in questa direzione. Entro il 2028 si concluderà l’attuazione di quanto previsto dal piano industriale di Alia Multiutility che vede il revamping degli impianti di trattamento meccanico biologico di Case Passerini a Firenze e di via Paronese a Prato, la realizzazione dei biodigestori di Montespertoli e Peccioli, di un impianto di recupero di carta e cartone a Pistoia, di uno di recupero degli scarti tessili a Prato, il potenziamento di Revet a Pontedera per quanto riguarda il riciclo delle plastiche e degli impianti Wtc (Waste to chemicals, ancora da localizzare, ndr), che trasformano i rifiuti industriali, domestici e commerciali in combustibili alternativi e in materie prime chimiche».
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