Mentre nella Toscana del nord-ovest si prepara ad affrontare una nuova allerta meteo arancione, non è più l’acqua il problema principale che le zone alluvionate durante il 2 e 3 novembre sono chiamate ad affrontare, ma il fango e i rifiuti rimasti sul territorio.
Le utility della Toscana centrale – in primis Alia e Publiacqua – stanno mettendo in campo tutte le forze a disposizione, che però non bastano tant’è che, grazie anche al coordinamento della Regione, si sta cercando aiuto nelle aree limitrofe come nelle altre regioni.
Un’emergenza che il Comune di Arezzo si è offerto di contribuire ad affrontare, attraverso la propria partecipata Aisa impianti, che gestisce i rifiuti nel Polo di San Zeno, dove hanno sede un termovalorizzatore, un biodigestore anaerobico e un impianto di trattamento meccanico-biologico (Tmb).
«Il Comune di Arezzo – dichiara il sindaco, Alessandro Ghinelli – offre un aiuto concreto ai territori alluvionati in quel settore nel quale rappresenta un’eccellenza a livello regionale, ovvero quello che riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Da qui, il mio invito ed appello ai nostri concittadini di ridurre, per quanto loro possibile, la produzione di rifiuti di qualsiasi tipo al fine di evitare un eccesso di conferimento a San Zeno, un modo concreto per dare una mano alle popolazioni alluvionate in questo momento molto critico».
Più nel dettaglio, il Comune informa che l’impianto di San Zeno è in grado di iniziare a trattare fin da subito i rifiuti organici provenienti dalle zone colpite per un quantitativo di circa 4.000 tonnellate, corrispondenti a circa 400 autocompattatori da qui alla fine dell’anno, 24 ore su 24 domenica compresa. Potrà quindi «ridurre volumetricamente rifiuti ingombranti per circa 3.000 tonnellate corrispondenti a 230 camion, sempre da qui alla fine dell’anno, fino all’80% il volume di questi rifiuti liberando spazi essenziali».
Inoltre saranno messi a disposizione quattro ispettori ambientali di Gestione ambientale, a sua volta partecipata di Aisa impianti, per eventuali servizi sul territorio.
«Quando c’è una situazione di emergenza come questa non esiste più il principio territoriale di autosufficienza impiantistica in tema di trattamento dei rifiuti – sottolinea il presidente di Aisa impianti, Giacomo Cherici – I territori limitrofi devono dare la massima disponibilità possibile. L’attuale situazione impiantistica della provincia di Arezzo non è purtroppo sufficiente al proprio territorio, una situazione, questa, che non consente di dare alla Toscana centrale un supporto sufficiente, ma che senz’altro consente di poter fare qualcosa. Con questo spirito Aisa impianti si è resa disponibile a supportare l’emergenza».
L. A.
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