Dopo venticinque anni dalla perimetrazione del Sito d’interesse nazionale (Sin) di Piombino, le bonifiche dell’area potranno (forse) finalmente ripartire.
Invitalia, in qualità di stazione appaltante per conto della Regione Toscana, ha infatti dato avvio alla procedura di gara ristretta – tramite la pubblicazione della relativa manifestazione d’interesse – per la messa in sicurezza della falda, nelle aree demaniali dello stabilimento siderurgico di Piombino.
Non si tratta di una mossa risolutiva, ma almeno rappresenta l’auspicata ripresa di un procedimento di bonifica che un anno fa era concluso solo per il 49% dei terreni e per il 4% della falda.
I lavori, finanziati con risorse pubbliche statali per complessivi 88 milioni di euro, prevedono opere di conterminazione della falda nell’intera area di stabilimento ed il successivo trattamento delle acque contaminate. In questo contesto, la procedura di gara parte con una base di 70 mln di euro.
«La bonifica della falda – commenta il presidente della Regione, Eugenio Giani – rappresenta il primo significativo intervento fra quelli da noi proposti nel memorandum sulle opere compensative a vantaggio della popolazione della città di Piombino. La sua realizzazione, accanto alla collocazione del rigassificatore nel porto e al suo utilizzo per rispondere a interessi più generali di tutto il Paese, produrrà un vero e proprio salto di qualità ambientale e condizioni di sostenibilità nel territorio».
Tutto, ovviamente, dipenderà dalla pronta e buona riuscita dei lavori; un fatto tutt’altro che scontato. Basti osservare che le risorse economiche dedicate alla bonifica della falda arrivano da molto lontano: risalgono in parte al relativo Accordo di programma del 2014, seguito dall’Accordo per la bonifica e reindustrializzazione del 2018, e infine dal Memorandum del 2022 per le opere compensative relative al rigassificatore.
Dal 2014, quando vennero garantiti i primi 50 mln di euro, sono stati spesi però solo 3 mln di euro. E per concludere la bonifica del Sin ne serviranno molti di più.
La stessa Regione stima che per la sola “rimozione e gestione dei cosiddetti cumuli ex-siderurgici abbancati nelle aree pubbliche del Sin (esterne al perimetro del gruppo Jsw Steel)” occorrano 200 mln di euro, la cui richiesta di finanziamento è stata inserita al quarto punto del memorandum per le compensazioni ambientali legate all’arrivo del rigassificatore Golar Tundra. Di fatto però la nave è già in funzione, mentre di queste risorse ad oggi non c’è certezza.
In attesa che arrivino chiarimenti nel merito, la Regione sta dedicando nuove risorse alle bonifiche grazie alla seconda variazione di bilancio, già approvata in Consiglio regionale: per l’area Sin di Massa Carrara sono stati trovati 12 mln di euro, e altri 15 per la bonifica della strada regionale 429 dove è stato rilevato l’utilizzo improprio di materiale aggregato riciclato, contenete Keu e altri rifiuti inidonei.
«Si tratta di interventi – aggiunge Giani – che noi faremo in sostituzioni di chi li deve fare, ma almeno li facciamo e poi le risorse ci saranno restituite. Quello che per noi è urgente è sistemare queste aree per la salute del territorio. Anticipiamo questi soldi perché questi luoghi non possono aspettare più. Avvertiamo la responsabilità e, per quanto riguarda nello specifico il Keu, agiamo prima, aspettando l’individuazione dei responsabili che poi pagheranno. Ma bisogna farlo subito».
A chiudere il quadro, nel pomeriggio di oggi verrà presentato a Livorno il “Protocollo d’intesa per la gestione delle attività di caratterizzazione, analisi di rischio, messa in sicurezza, bonifica, certificazione e restituzione all’utilizzo, delle aree Sin/Sir di Livorno”, illustrato nella Sala delle cerimonie comunale dall’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni.
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