Nel 2023 Conou ha raccolto 183mila tonnellate di olio minerale usato rigenerando più del 98%. Dati, trend e prospettive future nel Rapporto di Sostenibilità 2023
Due imprese di rigenerazione, 3 impianti di rigenerazione, 59 concessionari, più di 1.800 addetti lungo la filiera, 183mila tonnellate di oli usati raccolti nel sistema consortile, 2,8mila tonnellate avviate a recupero, solo 0,6mila tonnellate andate in termodistruzione, oltre il 98% del prodotto raccolto rigenerato per un totale di circa 180mila tonnellate.
Sono solo alcuni dei numeri che emergono dal Rapporto di Sostenibilità 2023 del Conou, redatto in conformità ai Gri Standards (Global reporting initiative) aggiornati al 2021. Un dossier che, per la prima volta, integra anche le innovazioni normative a livello europeo. Nei prossimi anni, infatti, un crescente numero di grandi aziende, insieme alle pmi quotate, avranno l’obbligo di presentare il proprio report di sostenibilità seguendo gli Esrs (European sustainability reporting standards), i nuovi standard creati dall’Efrag (European Financial Reporting Advisory Group) che andranno a sostituire a poco a poco i Gri Standards.
Il metodo
Alla luce di queste novità nel Rapporto di Sostenibilità 2023 Conou ha condotto un’analisi preliminare per verificare l’ammissibilità e la compliance alla Taxonomy Regulation, strumento normativo che rivoluziona sia le modalità di rendicontazione degli impatti ambientali, sociali e di governance, sia le modalità di classificazione delle attività da considerarsi economicamente sostenibili. Il risultato, ottenuto con il supporto di Ernst &Young Italia e revisionato da Pwc, è un quadro puntuale e trasparente della filiera dell’olio minerale usato in Italia.
I numeri del 2023
Nel 2023, in continuità con l’anno precedente, Conou ha raccolto 183mila tonnellate di olio minerale usato, in pratica la totalità della quota di rifiuto raccoglibile. Di questo olio, oltre il 98% è stato avviato a rigenerazione. Risultati importanti, specie se commisurate alle medie europee di quanto viene raccolto (82%) e rigenerato (61%).
Il 58% del totale raccolto proviene dal Nord, e in particolare dalle regioni a maggiore densità di popolazione e di insediamenti industriali, tra cui la Lombardia con il 22% e il Veneto con il 12%. Dalle regioni del Centro è stato prelevato il 18 %, solo dal Lazio arriva quasi il 7%; analoga la percentuale per la Campania pari a circa il 7% che contribuisce così a un totale del 23% per il Sud e le Isole.
Rigenerazione responsabile
Non basta però solo raccogliere l’olio usato. Serve anche rigenerarlo evitando, dove possibile, usi ambientalmente molto meno efficaci come la combustione. Nel corso del 2023 gli impianti di rigenerazione del Conou hanno processato circa 180mila tonnellate di olio usato, producendo basi rigenerate, gasoli, bitumi e, ovviamente, idrocarburi più leggeri e acqua, con un tasso di rigenerazione dell’olio usato pari a oltre il 98%.
“La qualità del Consorzio è anche garantire la qualità del prodotto rigenerato, perché non sia un prodotto di serie B da comprare solo se ‘incentivato’, ma un prodotto equivalente a quello vergine e, pertanto, di per sé, garanzia della nostra circolarità totale – sottolinea nell’introduzione al Report di Sostenibilità 2023 il presidente del Conou Riccardo Piunti – Su questo tema grande è il lavoro che viene fatto negli impianti di rigenerazione, che in quarant’anni di Consorzio hanno tenuto il passo e non hanno perso terreno rispetto alle basi lubrificanti ‘vergini’, mantenendo, anzi, accrescendo, la intercambiabilità delle basi rigenerate; attento e continuo è anche il contributo del Consorzio per verificare sempre con attenzione che questo sia confermato dai fatti e dalle nostre analisi periodiche. Le analisi e i controlli restano il nostro ‘sistema di guida’ per il percorso circolare”.
Questo spirito è in linea, d’altronde, con il principio Epr (responsabilità estesa del produttore), in base al quale i produttori di un bene non devono solo occuparsi di produrlo, distribuirlo, ma anche farsi carico della sua migliore gestione quando, raggiunto il suo ‘fine vita’, il bene diventa un rifiuto. Un principio che al Conou, come confermato anche nell’ultimo Rapporto di Sostenibilità, è di casa da decenni.