Nelle Seychelles e sulle altre isole remote dell’Oceano Indiano occidentale si accumulano ingenti quantità di rifiuti in plastica.
Tale inquinamento rappresenta una minaccia ambientale significativa, sia per gli ecosistemi marini sia per le comunità che dipendono dall’oceano per cibo, turismo e altre attività economiche.
Inoltre, i detriti di plastica che si spostano da fonti lontane aumentano il rischio di diffusione di specie e malattie invasive.
Ora un nuovo studio dell’Aldabra Clean-Up Project, un’importante operazione di pulizia organizzata dall’Università di Oxford e dalla Seychelles Islands Foundation, ha voluto indagare sulla provenienza di questi rifiuti e lo ha fatto tramite l’uso di un modello ad alta risoluzione per quantificare le fonti di detriti di plastica che si accumulano sulle spiagge delle Seychelles, e di altri stati insulari nell’Oceano Indiano occidentale.
I risultati, pubblicati su Marine Pollution Bulletin, hanno dimostrato che la maggior parte di questi rifiuti proviene da fonti lontane e non dalle isole stesse.
Il modello ha simulato il movimento di entrambi i tipi di inquinamento da plastica terrestre e marino attraverso gli oceani del mondo. Sono stati utilizzati dati di input su correnti oceaniche, onde, venti e detriti di plastica che entrano nell’oceano da popolazioni costiere, fiumi e attività di pesca, per prevedere l’accumulo di detriti di plastica in 27 siti nelle Seychelles e nel più ampio Oceano Indiano occidentale.
Dai dati è emerso che:
l’Indonesia è la principale fonte di rifiuti di plastica terrestri trovati sulle spiagge delle Seychelles, con importanti contributi da parte di India e Sri Lanka, da dove arrivano detriti medio-grandi che hanno un’elevata galleggiabilità (come tappi di bottiglia, sandali, bottiglie e piccoli oggetti domestici).
i detriti di plastica in arrivo dall’Indonesia rimangono in mare per almeno 6 mesi, con alcuni che riescono a superare i 2 anni.
i detriti di plastica più piccoli, come frammenti e pellet di plastica di dimensioni millimetriche, provengono dall’Africa orientale e dalle stesse Seychelles.
le Seychelles accumulano anche quantità significative di detriti di plastica di origine marina, provenienti dalla pesca e dalle rotte marittime, come attrezzi da pesca scartati o persi.
il gran numero di bottiglie spiaggiate su queste isole suggeriscono che provengono dalla Malesia, dalla Thailandia e, in particolare, dalla Cina, e sono state probabilmente gettate via dalle navi.
i tassi di accumulo di detriti di plastica hanno mostrato un forte effetto stagionale. È probabile che i detriti di plastica provenienti da fonti terrestri e marine finiscono sulle spiagge delle Seychelles alla fine del monsone di nord-ovest, con i tassi più alti verso marzo e aprile.
l’accumulo di detriti di plastica può anche essere amplificato dagli eventi atmosferici, come El Niño–Southern Oscillation (ENSO) e Indian Ocean Dipole (IOD, noto anche come Indian Niño).
Gli studiosi hanno dichiarato:
Abbiamo combinato i dati osservativi provenienti da tutte le Seychelles con simulazioni al computer per generare le previsioni più complete attualmente disponibili per dispersione dei rifiuti marini nella regione. Ciò fornirà informazioni vitali per la gestione locale di queste isole, molte delle quali sono punti caldi della biodiversità globale, e per informare le risposte nazionali e internazionali.
Secondo i ricercatori, i risultati illustrano che sia più urgente che mai la necessità di un trattato globale sulla plastica. Ciò potrebbe includere, ad esempio, una maggiore applicazione delle politiche che vietano lo smaltimento di attrezzi da pesca e altre materie plastiche in mare.
Infine, questo studio ha dimostrato che la maggior parte dei rifiuti di plastica che si accumulano in queste isole remote proviene da fonti lontane, e questo dovrebbe essere il primo passo verso una maggiore responsabilità e prevenzione.
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Fonte: ScienceDirect
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