La plastica è (ancora) uno dei grandi protagonisti nel mercato degli imballaggi: che cosa ne facciamo dopo l’uso? A fronte di un immesso al consumo o pari a 1,86 mln di tonnellate, nel 2021 circa 1 mln di ton è stato avviato a riciclo meccanico, mentre 407mila ton sono state destinate a recupero energetico e 143mila ton conferite in discarica.

Lo sbocco preponderante è già oggi, dunque, quello del riciclo, sebbene la performance possa e debba migliorare ancora.

A tal fine è importante che tutti gli anelli della filiera facciano la propria parte, a partire dai cittadini: tramite la raccolta differenziata – quantitativamente ma anche qualitativamente ancora da migliorare – ma non solo. Per chiudere davvero il cerchio di questa economia circolare è infatti determinante che gli imballaggi in plastica, una volta divenuti rifiuto e gettati nella raccolta differenziata per poi essere avviati a riciclo, vengano anche ri-acquistati sotto nuova forma una volta reintrodotti sul mercato come materie prime seconde.

Per farci cosa? Gli utilizzi sono innumerevoli, come  spiega Gionni Ueid – il personaggio interpretato dal comico toscano Jonathan Canini, nella nuova campagna di comunicazione elaborata da Toscana circolare –, in visita agli impianti pontederesi di Revet, uno dei principali hub del riciclo in Italia.

Qui, dalla lavorazione delle raccolte differenziate toscane, si ottiene un  granulo plastico di altissima qualità. Qualsiasi oggetto stampato a iniezione può essere stampato a partire da questi granuli ottenuti dal riciclo: tegole leggere, pavimentazioni carrabili, fioriere, vasi, utensili per la casa, compostiere, giochi per bamini, particoli per l’edilizia, l’arredamento e l’automotive, come anche oggetti di design stampati in 3D.

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