Lo studio “Smelly” Elephant Repellent: Assessing the Efficacy of a Novel Olfactory Approach to Mitigating Elephant Crop Raiding in Uganda and Kenya”, pubblicato recentemente su From conflict to coexistence,  un’edizione speciale di  Diversity da un team di ricercatori britannici, ugandesi e statunitensi, din mostra che «un nuovo “repellente puzzolente per elefanti” a base di ingredienti di provenienza locale fornisce potenzialmente un nuovo metodo per mitigare il crescente problema delle razzie delle colture da parte degli elefanti in tutta l’Africa».

In diverse aree dell’Africa e dell’Asia il conflitto tra esseri umani ed elefanti è in aumento e, di conseguenza, la mitigazione delle incursioni degli elefanti nei campi coltivati  è diventata uno degli obiettivi principali degli sforzi di conservazione. Tuttavia, molti metodi esistenti per affrontare il problema sono costosi e difficili da eseguire.

Nuovi test condotti da WildAid e Save the Elephants in 40 fattorie in Uganda e Kenya potrebbero rappresentare la svolta per un metodo economico e accessibile: hanno dimostrato che un repellente puzzolente realizzato con ua miscela di ingredienti agricoli comuni, tra cui peperoncino, aglio, zenzero, sterco e uova marce, che sono ampiamente coltivati ​​o disponibili nell’Africa orientale, riduce significativamente le incursioni nelle coltivazioni da parte degli elefanti. Dopo la preparazione della soluzione, la miscela viene lasciata maturare affinché si sviluppi un forte odore sgradevole.

In Uganda, i test condotti n 30 fattorie a Latoro, al confine con il Murchison Falls National Park nel nord del Paese, hanno dimostrato che il repellente è stato efficace all’82% per scoraggiare le incursionidegli elefanti in cerca di cibo. Tra ottobre 2018 e luglio 2020, gli elefanti hanno fatto 309 tentativi di entrare nelle fattorie, ma in 254 occasioni non hanno mangiato nulla.

In alcune fattorie, il liquido puzzolente veniva spruzzato direttamente sulle colture, mentre in altre il repellente veniva lasciato in bottiglie di plastica riciclate appese con un filo a alle recinzioni, con dei fori nelle bottiglie per far disperdere l’odore.

In Kenya, il repellente è stato testato in 10 fattorie nella Lower Sagalla, al confine con il Tsavo East National Park, parte della Tsavo Conservation Area che ospita la più grande popolazione di elefanti del Kenya: circa 15.000 individui. I test condotti in Kenya durante le stagioni di picco delle razzie tra il 2019 e il 2021 hanno mostrato che il repellente in bottiglia è stato efficace nel 63% dei casi. In 24 occasioni, gli elefanti sono entrati nelle fattorie, ma in 15 occasioni non si sono verificate incursioni nei raccolti nei campi protetti dalla recinzione maleodorante, mentre nei campi rimasti non protetti ci sono stati livelli molto più elevati di incursioni. Il repellente era più efficace quando le bottiglie erano state riempite da poco o veniva irrorato sui raccolti, meno quando il puzzo iniziava a svanire dopo 7 – 8 settimane. Secondo WildAid e Save the Elephants, «Questo suggerisce che un’applicazione più frequente potrebbe ottenere risultati ancora migliori, soprattutto dopo forti piogge che potrebbero lavarlo via dalle colture».

La principale autrice dello studio, Lydia Tiller, responsabile ricerca e scienza di Save the Elephants, ricorda che «Con l’aumento del conflitto uomo-elefante in tutto il continente, c’è un urgente bisogno di metodi di mitigazione convenienti, efficaci e facili da produrre che proteggano non solo gli elefanti ma le comunità che vivono accanto a loro. Il repellente puzzolente per elefanti ha il potenziale per aiutare gli agricoltori del Kenya e dell’Uganda, riducendo significativamente le incursioni degli elefanti nei raccolti. In effetti, le prove del repellente sono state così efficaci che quasi tutti gli agricoltori coinvolti nello studio hanno affermato che avrebbero usato di nuovo il repellente».

L’80% degli agricoltori si sono mostrati entusiasti per l’effetto del repellente e, dopo i test, a hanno detto che  avrebbero voluto usarlo di nuovo. Molti hanno notato che la versione spray finzionava sia come pesticida che come fertilizzante che, oltre agli elefanti, teneva lontano anche bufali selvatici, bovini e piccoli mammiferi.

Il repellente è stato in realtà inventato da un agricoltore del nord Uganza e la Tiller ha detto a Raduo France International: «Tutti quegli ingredienti si mescolano bene insieme per creare un odore orribile. Per noi puzza, ma non sappiamo come lo percepiscano gli elefanti. Penso che quello che faccia sia mascherare l’odore dei raccolti in maturazione perché è così cattivo e così potente».

L’autrice corrispondente dello studio, Marion Robertson, rappresentante di WildAid  per l’Africa orientale,  che ha condotto i test sul campo, ha concluso: «Poiché questo studio ha dimostrato che il repellente puzzolente è efficace, relativamente economico e veloce da produrre con ingredienti disponibili localmente, stiamo ora esplorando modi per renderlo disponibile, compreso l’esame del potenziale di un approccio basato sul mercato per rendere il prodotto più ampiamente disponibile per le persone che affrontano la sfida delle razzie degli elefanti».

Gli elefanti in Africa invadono spesso i raccolti degli agricoltori che vivono accanto ai parchi nazionali e talvolta uccidono le persone.

L’articolo Un repellente organico e puzzolente tiene gli elefanti lontani dalle coltivazioni sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.