La sfida della decarbonizzazione non spaventa l’industria del nostro Paese. Se tutti i forni italiani che producono bottiglie chiare passassero al vetro scuro le emissioni di anidride carbonica diminuirebbero di circa l’8%

Il perdurare della crisi geopolitica e dell’inflazione hanno fatto registrare nel 2023 un calo dei consumi in tutta Europa, Italia compresa, e di conseguenza anche della produzione dei contenitori in vetro. La produzione di vetro cavo nel 2023 è diminuita del 5,3%. In particolare, la produzione di bottiglie è calata sempre del 5,3%  e quella dei vasi dello 0,9%. È diminuito anche l’import e l’export di bottiglie rispettivamente dell’11,6% e del 18,3%. Per i vasi invece, mentre l’export è calato del 30%, l’import è aumentato del 5,5%.

Al netto di queste dinamiche, la sfida della decarbonizzazione non spaventa l’industria italiana del vetro. Ta il 2021 e il 2022 il comparto ha fatto importanti investimenti per la riduzione di consumi ed emissioni di CO2 anche grazie all’utilizzo del rottame. Solo nel 2022 sono state 1.042.295 le tonnellate di emissioni dirette risparmiate proprio con il rottame di vetro.

Vetro: produzione di energia e riduzione dei consumi

La percentuale di energia rinnovabile sul totale dei consumi, autoprodotta o acquistata, ha rappresentato oltre l’11% nel 2022 (+1% rispetto all’anno precedente). La diminuzione del peso di  bottiglie e vasetti prosegue, con quelle di vino che hanno ridotto in media il loro peso del 12% negli ultimi dieci anni, richiedendo minor consumo di materie prime, di energia e, di conseguenza, producendo minori emissioni di CO2. L’utilizzo del rottame di vetro è arrivato all’85/87% di media (potenzialmente potrebbe arrivare al 100%) nella produzione delle bottiglie scure (l’utilizzo di una tonnellata di rottame consente di risparmiare 0,67 tonnellate di CO2). Se tutti i forni italiani che producono bottiglie chiare (quelle che utilizzano una minor quantità di rottame) passassero al vetro scuro le emissioni di CO2 diminuirebbero di circa l’8%.

Ma l’industria nazionale del vetro, come registra il Rapporto di Sostenibilità 2023, non ha solo ridotto la CO2, ma anche, tra il 2016 e il 2022, le emissioni di NOX del 41%, quelle di SOX del 49% e le polveri del 53%. Anche i consumi idrici hanno registrato nel 2022 un calo del 39% rispetto al 2016 (addirittura del 7,2% tra il 2021 e il 2022), anche attraverso un importante contributo del recupero.

“Le soluzioni tecnologiche per un cambio di paradigma energetico ci sono – ha sottolineato il presidente di Assovetro Marco Ravasi – ma non basta, occorre definire un quadro normativo-regolatorio chiaro e duraturo, con adeguati sistemi incentivanti che rendano sostenibili gli investimenti per le aziende. Altri paesi, per facilitare la transizione energetica della propria industria energivora, hanno varato piani di supporto economico: la Germania, ad esempio, con i ‘ contratti di protezione del clima’ e gli Usa con sovvenzioni per 6 miliardi di dollari.  Le aziende del vetro stanno facendo la loro parte. Il nostro report di sostenibilità ci dice che il 68% del campione esaminato ha formalizzato una roadmap di decarbonizzazione al 2030 e 2050 e molte vetrerie stanno già attuando importanti cambiamenti sia nel campo dei processi industriali che dei prodotti”.

Aziende virtuose

Tra le aziende vetrarie più virtuose c’è Zignago Vetro che ha da tempo stabilito obiettivi strategici al 2030 e si è dotata di un vero e proprio Piano di decarbonizzazione. Un’iniziativa chiave di questo percorso è l’impianto di Fossalta di Portogruaro alimentato ad energia rinnovabile prodotta dall’impianto a biomassa di Zignago Power che rifornisce quasi il 100% dell’elettricità consumata dalla vetreria e copre circa il 38% del fabbisogno di energia elettrica del Gruppo. La centrale di Zignago Power di Fossalta di Portogruaro, di tipo termoelettrico, utilizza, quale combustibile, biomassa di scarto (residui di potatura, scarti di segheria ecc.) e di filiera corta. Inoltre, recupera parte dell’energia termica dei fumi di combustione per produrre acqua calda ed anche per alimentare una rete di teleriscaldamento.

Verallia sta portando avanti il progetto HEATOX (preriscaldo di gas e ossigeno), nuovo sul mercato, in cui metano e ossigeno passano attraverso uno scambiatore che recupera il delta termico rispetto alla temperatura di uscita del forno. In questo modo, metano e ossigeno entrano nel forno già preriscaldati e hanno bisogno di minori calorie per raggiungere la temperatura di fiamma. Consumando quindi meno combustibile, si arriva alla riduzione di circa il 5% delle emissioni di CO2 “scope 1”, ovvero quelle generate direttamente dalla combustione del gas impiegato per l’attività di fusione. Il Gruppo lavora anche per realizzare prodotti super leggeri e a minore carbon footprint, ha da poco lanciato sul mercato la Bordolese Air 300gr, la bottiglia Bordolese più leggera di sempre. Un progetto che utilizzastrumenti di modellazione all’avanguardia per prevedere la resistenza meccanica della bottiglia.

Nello stabilimento O-I di Villotta di Chions ha preso il via un progetto di utilizzo dell’ossigeno nei suoi due forni fusori, la cosiddetta tecnologia oxy-fuel, che consente di aumentare l’efficienza energetica utilizzando l’ossigeno. Questa nuova tecnologia ha permesso una riduzione del consumo di energia superiore al 38% e delle emissioni di circa l’80%. Altre innovazioni hanno interessato lo stabilimento vetrario, come il riutilizzo “circolare” del calore proveniente dai fumi in grado di preriscaldare il rottame di vetro delle raccolte differenziate prima di immetterlo nei forni di fusione.