Negli ultimi anni le nostre case sono cambiate, sono diventate smart. La tecnologia fa passi da gigante e mette a punto dispositivi sempre più sofisticati, accattivanti e che permettono di disporre di funzioni non sempre essenziali ma che possono rivelarsi utili. I cosiddetti elettrodomestici smart, – tv, stampanti ma anche lavastoviglie e lavatrici – fanno ormai parte delle nostre vite: tramite il collegamento alla rete, possono essere accesi a distanza, magari mentre si è fuori casa, con un semplice tocco dello smartphone o con comandi vocali, grazie a dispositivi come Alexa.
Sembra una prospettiva attraente, anche se piuttosto costosa visto che questa caratteristica negli elettrodomestici vale un bel sovrapprezzo rispetto ad un dispositivo “non smart”. Ma se per qualche anno usiamo con soddisfazione il nostro elettrodomestico intelligente, cosa succede dopo?
Secondo una nuova ricerca di Which?, organizzazione del Regno Unito che si occupa del diritto dei consumatori, proprio i prodotti smart di fascia alta rischiano di perdere caratteristiche e funzionalità o di diventare a rischio di hacking, dopo appena due anni. Questo perché le aziende offrono un’assistenza garantita per soli due anni, dopodiché i consumatori sono lasciati a loro stessi. Ma andiamo con ordine.
Quanto durerà il dispositivo?
Nello studio sono stati analizzati gli elettrodomestici smart suddividendoli in sei categorie: lavatrici, lavastoviglie, televisori, smartphone, stampanti e smartwatch/fitness tracker. È emerso che tra queste categorie di prodotto per quasi nessun marchio l’assistenza prevista dalle politiche di aggiornamento si è avvicinata alla reale durata di vita del prodotto.
Il prezzo più alto rispetto ad un prodotto “non smart” non corrisponde quindi ad un ciclo di vita più lungo, anzi: queste funzioni sono infatti messe a rischio quando il prodotto perde l’assistenza software del produttore, aumentando anche il pericolo di hackeraggio online. A perderci, ovviamente, sono i consumatori in termini di costi e di sicurezza digitale. Senza contare i danni ambientali, nel caso in cui si debba sostituire il prodotto prima del tempo e quindi ci si ritrovi con una montagna di RAEE, che avrebbero potuto vivere ancora a lungo.
Gli aggiornamenti necessari
Nel novembre 2022, Which? ha analizzato 119 marchi di prodotti dietro centinaia di dispositivi intelligenti in merito alle loro politiche di supporto agli aggiornamenti. Nella maggior parte dei casi, è stato riscontrato che il periodo di assistenza era ben al di sotto della comune durata del prodotto. Tra i 119 marchi di prodotti di 20 categorie diverse solo la metà (49%) ha risposto con informazioni chiare sui periodi minimi di assistenza. “In alcuni casi, – aggiungono – se è stata fornita una risposta, è stata riempita di impegni vaghi e di politiche francamente confuse e poco sensate”.
Inoltre, in base ad alcuni sondaggi è stata stimata l’aspettativa media di vita di un prodotto, in pratica quanto tempo ci si aspetta che un prodotto duri prima di rompersi o deteriorarsi in modo significativo: questo tempo è stato identificato con la sigla ELT, dall’inglese estimated lifetime, il tempo di vita stimato per l’appunto. “Si tratta di una stima prudente, – precisano – quindi siamo certi che la media reale sia superiore a questo valore”.
I risultati sono interessanti. Ad esempio, sempre secondo i dati di Which?, le lavastoviglie, le smart tv e le lavatrici LG hanno un’assistenza garantita per soli due anni, per altro a partire dal lancio del prodotto e non dall’acquisto. Questo nonostante i dati ELT indichino che i televisori durano in media 6,8 anni, le lavatrici 11 anni e le lavastoviglie 13 anni.
Anche Sony garantisce gli aggiornamenti per le sue tv solo due anni dopo il lancio, mentre Samsung arriva a tre anni.
Hp garantisce assistenza per le sue stampanti smart per soli tre anni, anche se la durata stimata per queste è di 13 anni. Anche se, in questo caso, ha per lo meno comunicato la stima della durata del dispositivo.
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Quali rischi
Come riportato da Altroconsumo, quasi la metà degli italiani ha in casa almeno un oggetto connesso alla rete: nel 2021 si è registrato un aumento del 29% rispetto all’anno precedente. Se all’apparenza potrebbe sembrare improbabile che la nostra casa sia soggetta ad un attacco hacker, potrebbe non essere così difficile. Secondo un’altra indagine di Which? una casa piena di dispositivi smart potrebbe essere esposta a più di 12.000 attacchi di hacking provenienti da tutto il mondo in una sola settimana.
Per condurre l’esperimento, è stata ricreata una casa smart, in cui sono stati installati una serie di dispositivi, dai televisori ai termostati ai sistemi di sicurezza intelligenti e persino un bollitore smart, collegandoli a internet, così come avverrebbe nelle nostre case.
Il risultato è stato che i dispositivi sono stati soggetti a moltissimi tentativi da parte di criminali informatici e altri soggetti sconosciuti e si sono raggiunti 14 tentativi di hacking ogni ora. L’esperimento partito nel maggio 2021 ha visto nella prima settimana di test 1.017 scansioni uniche o tentativi di hacking provenienti da tutto il mondo, di cui almeno 66 a scopo malevolo. Tuttavia, nel mese di giugno, durante la settimana di test più intensa, si sono registrati 12.807 scansioni uniche/tentativi di attacco contro i dispositivi domestici, nella settimana 2.435 tentativi specifici di accesso malevolo ai dispositivi con un nome utente e una password predefinita deboli.
Il dispositivo più attraente per i vari hacker è stata una stampante ma gli attacchi sono falliti perché disponeva di password predefinite forti. Fortunatamente buona parte dei dispositivi ha risposto bene agli attacchi ma l’esperimento mostra quanto sia semplice mettere a rischio la nostra privacy.
“Mentre la maggior parte dei prodotti è riuscita a respingere l’assalto, – raccontano – una telecamera wireless acquistata su Amazon è stata violata e uno sconosciuto l’ha usata per cercare di spiare la nostra casa. Non molto tempo dopo averla installata, abbiamo rilevato che qualcuno aveva avuto accesso al dispositivo e poteva accedere al feed video, modificando anche alcune impostazioni. Fortunatamente, Amazon ha rimosso la telecamera dalla vendita in seguito alla nostra segnalazione”.
Ma cosa c’è dietro queste azioni criminali? “Non tutte le attività di scansione sono dannose, – spiegano – ma i criminali le utilizzano per trovare dispositivi deboli e vulnerabili da sfruttare. Possono farlo per vari motivi, tra cui ransomware (virus che rendono inaccessibili i file dei computer e chiedono il pagamento di un riscatto per ripristinarli, ndr), furto di dati, sorveglianza e altro. Tuttavia, si stima che il 97% di tutti gli attacchi contro i dispositivi intelligenti sia finalizzato a inserirli in Mirai, una rete di botnet (una rete di computer comandati a distanza (i bot) utilizzati per commettere reati informatici, ndr) che sonda i dispositivi insicuri, come router, telecamere wireless e stampanti connesse, che vengono messi online”.
“Mirai – concludono – utilizza attacchi per scovare le password deboli, installa un trojan e li aggiunge alla botnet. Da qui, il parassita può essere utilizzato come potente strumento di hacking, come nel 2016 quando ha messo temporaneamente offline Twitter, Amazon e altri importanti siti web”.
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Scegliere bene e non abbassare la guardia
Alla luce di quanto detto finora dovremmo dunque rinunciare all’acquisto di un dispositivo smart? Se pensiamo sia il prodotto che fa al caso nostro no, ma ci sono alcuni accorgimenti che possiamo prendere per proteggere i nostri dati.
Innanzitutto possiamo sempre fare marcia indietro e chiederci se l’opzione smart è davvero quella adatta a noi, o se non stiamo ambendo solo all’ultimo modello disponibile. Per alcuni prodotti, come quelle delle tv, ormai è difficile non ricadere sulla scelta di un modello smart ma per altri elettrodomestici come come le lavatrici, si potrebbe forse evitare tutti questi problemi, optando per alternative più semplici, affidabili ed economiche.
Se però l’opzione smart ci convince ancora, resta da selezionare marca e modello: prima dell’acquisto è bene controllare le politiche di aggiornamento dei produttori per capire quali marchi offrono periodi di assistenza garantita più lunghi e consultare le guide che sono disponibili online per orientarci tra le varie categorie di prodotto.
È necessario poi fare attenzione ai prodotti di seconda mano, preferendo quelli di marchi che hanno solide politiche di assistenza per non rischiare di acquistare un dispositivo che non è già più coperto dalla garanzia.
Una volta acquistato il nostro elettrodomestico, nuovo o di seconda mano, dovremmo poi assicurarci che sia aggiornato al software più recente, modificare la password predefinita e attivare tutte le funzioni di sicurezza disponibili nelle impostazioni del manuale o dell’app. Se è disponibile, meglio prediligere l’autenticazione a due fattori. E, naturalmente, diffidare di messaggi di phising: prestare quindi attenzione a comunicazioni ambigue che riceviamo via SMS o e-mail perché potrebbero consentire ad un hacker di compromettere il dispositivo.
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