Una delle tante strade del riciclo chimico, l’approccio tecnologico che permette di che permette di spezzare la struttura chimica dei rifiuti fino ad arrivare alle molecole che li compongono – preziosi elementi di partenza per produrre nuovi prodotti o carburanti sostenibili –, è arrivata a un punto di svolta a Chieti, nel Parco tecnologico d’Abruzzo.

Qui NextChem, società della multinazionale italiana Maire Tecnimont, ha appena ultima la realizzazione del primo impianto dimostrativo in Italia di riciclo chimico di Pet e poliestere da tessuti, nell’ambito del progetto Demeto (Modular, scalable and high-performance DE-polymerization by MicrowavE TechnolOgy) co-finanziato dal programma Ue Horizon 2020, che ha visto collaborare tra loro 14 partner internazionali.

L’impianto adotta una tecnologia di depolimerizzazione – per la quale NextChem ha il ruolo di sviluppatore e co-licensor, il titolare è la start-up svizzera gr3n – basata sulla reazione di idrolisi alcalina con utilizzo delle microonde, che permette di riciclare chimicamente il Pet e il poliestere presenti nelle fibre tessili di scarto, scindendo questi composti nei loro componenti (glicole etilenico e acido tereftalico) in modo da ottenere monomeri puri da utilizzare nei processi industriali per produrre nuovi polimeri, e rientrare così nel ciclo produttivo.

«Siamo molto orgogliosi di aver realizzato questo impianto, primo nel suo genere in Italia e tra i primi in Europa, in particolare in un momento in cui si stanno iniziando a creare, in Italia come negli altri Paesi europei, sistemi nazionali di raccolta e riciclo dei rifiuti tessili, in attuazione della normativa – commenta l’ad di Maire Tecnimont e NextChem, Pierroberto Folgiero – Siamo convinti che questa tecnologia possa dare molti frutti in futuro per realizzare più compiutamente un modello di economia circolare a scala industriale».

Un soluzione particolarmente importante in questa fase storica, a livello sia nazionale sia europeo; il 1 gennaio di quest’anno è stata infatti introdotta l’obbligatorietà della raccolta differenziata dei rifiuti tessili, mentre è ormai prossima l’emanazione della strategia europea sul tessile, cui dovrebbe seguire uno schema di decreto ministeriale con l’introduzione della responsabilità estesa del produttore (Epr) dei prodotti tessili.

Già oggi però sappiamo che resta molto da fare per realizzare un’economia davvero circolare nel comparto tessile, con la tecnologia del progetto Demeto che potrebbe contribuire in particolare alla soluzione di alcuni problemi irrisolti nel riciclo dei rifiuti tessili, come quello relativo alle fibre accoppiate.

Nel merito, da NextChem ricordano che in Italia nel 2019 i rifiuti tessili tracciati erano pari a 157mila tonnellate, di cui il 47% costituito da fibre sintetiche accoppiate e non; al contempo, si stima che il 5,7% dei rifiuti indifferenziati sia composto da rifiuti tessili, per un totale stimato di circa 663mila ton/anno che potrebbero dunque essere meglio valorizzate passando al vaglio della raccolta differenziata per poi essere avviate a riciclo.

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