Plastiche e microplastiche sono riconosciute come un inquinante emergente con effetti nefasti sulla salute dell’ambiente, dell’uomo e degli animali acquatici. Ora lo studio “PET particles raise microbiological concerns for human health while tyre wear microplastic particles potentially affect ecosystem services in waters”, finanziata nell’ambito del progetto AENEAS da AXA Research Fund e pubblicato sul Journal of Hazardous Materials da Maria Belen Sathicq, Raffaella Sabatino, Andrea Di Cesare, Ester Eckert, Diego Fontaneto, Michela Rogora e Gianluca Corno dell’Istituto di ricerca sulle acque del Consiglio nazionale delle ricerche di Verbania (Cnr-Irsa) ha dimostrato come «Microplastiche diverse possano causare un impatto differente sulle comunità batteriche in acqua».
Corno spiega che «In un sistema che replica un fiume o un lago italiano abbiamo comparato le comunità batteriche che crescono sul polietilene tereftalato (Pet) ricavato da una bottiglia di bibita, molto abbondante in acqua, con quelle che si sviluppano su particelle di pneumatico usato, quasi sconosciute a causa del fatto che tendono a non galleggiare e ad affondare molto lentamente. Abbiamo quindi dimostrato che la prima offre rifugio a batteri patogeni umani che possono causare rischio immediato per la salute umana, senza però favorirne una crescita immediata. Le particelle di pneumatico, grazie al rilascio costante di materia organica e nutrienti, favoriscono invece la crescita abnorme di batteri cosiddetti opportunisti che, pur non causando un rischio diretto per l’uomo, causano una perdita di qualità ambientale, di biodiversità microbica, e un conseguente depauperamento dei servizi ecosistemici offerti».
Generalmente le comunità batteriche che crescono sulle microplastiche come biofilm sono studiate senza approfondirne le differenze legate al tipo di plastica su cui proliferano, ma come un unico comparto, la cosiddetta plastisfera. Corno conclude: «Questo risultato ci pone, per la prima volta, di fronte alla necessità di riconsiderare i metodi di analisi dell’inquinamento da microplastiche e di tenere in conto le particelle di pneumatico, che possono avere un impatto decisivo sulla qualità degli ecosistemi acquatici in nazioni come l’Italia dove i fiumi sono particolarmente esposti a questo tipo di inquinamento».
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