Allegre, colorate, contagiose: le feste sono momenti di pura gioia dove ci si diverte, si incontrano amici e parenti, si chiacchiera, ma alla fine, oltre alla gioia della convivialità e ai ricordi, spesso rimane una montagna di rifiuti. A riempire i secchi solitamente contribuiscono piatti, bicchieri e posate (spesso di plastica usa e getta anche se, a volte, vengono indicati addirittura come riutilizzabili!) che, dopo pochi minuti di utilizzo, finiscono nella pattumiera (se non addirittura abbandonati in giro). Una strada a senso unico? Assolutamente no. Come vi abbiamo più volte raccontato, infatti, esistono diversi modi per ridurre la pattumiera in un party. Per esempio è possibile prendere in prestito delle stoviglie riutilizzabili grazie alle stoviglioteche.
A Roma, un gruppo di donne determinate ha deciso di dire basta allo spreco, dando vita a un progetto tanto semplice quanto rivoluzionario: la Stoviglioteca Romana. Un’iniziativa che incarna perfettamente i principi dell’economia circolare a misura di chiunque e che, festa dopo festa, sta costruendo una comunità sempre più consapevole. Abbiamo parlato con Ambra Accolti Gil, una delle fondatrici, per farci raccontare la storia, i segreti e il futuro di questa avventura sostenibile.
Stoviglioteca: la rivoluzione gentile contro l’usa e getta
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, una stoviglioteca funziona in modo molto simile ad una biblioteca, ma, invece di prendere libri, si ottengono in prestito kit di stoviglie riutilizzabili per feste ed eventi. L’obiettivo è semplice e potente: combattere la logica dell’“usa e getta”, ridurre la produzione di rifiuti e promuovere un modello di consumo basato sulla condivisione e sul riuso.
Questo concetto, nato – come racconta Junker app – dall’idea di una blogger e attivista ambientale, Linda Maggiori, si è diffuso rapidamente in tutta Italia, dando vita a una rete informale di iniziative locali gestite da associazioni, comuni o semplici cittadini.
La Stoviglioteca Romana si inserisce in questo quadro. “Il nostro è un servizio di prestito di stoviglie riutilizzabili, in particolare abbiamo scelto quelle in plastica dura, colorate e resistenti,” spiega Ambra Accolti Gil. “Abbiamo creato dei kit completi che includono piattini, posate e bicchieri. Ad oggi, possiamo coprire eventi con oltre 200 coperti, a cui si aggiungono ciotole, caraffe e tutto il necessario per una festa a impatto quasi zero.”
Il funzionamento è basato sulla fiducia e sulla collaborazione: si prenota il kit, lo si utilizza e lo si restituisce (possibilmente) pulito, pronto per la festa successiva. Un piccolo gesto che, moltiplicato per decine di eventi, genera un impatto ambientale e culturale enorme.
Credit Photo: Jacqueline macou da Pixabay
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Nascita di una missione: come un gruppo di mamme ha dichiarato guerra ai rifiuti delle feste
Ogni grande progetto nasce da una piccola scintilla. Nel caso della Stoviglioteca Romana, si è accesa durante le feste di compleanno dei bambini. “È nato tutto da un gruppo di mamme che si erano poste il problema del volume impressionante di rifiuti generato dalle feste dei nostri figli,” racconta Ambra. La consapevolezza di quel cumulo di plastica, destinato a inquinare per secoli, è stata la molla che ha spinto all’azione. L’idea non era astratta, ma radicata in un’esigenza concreta e condivisa. Ambra stessa aveva già fatto un primo passo, acquistando dei kit riutilizzabili per le feste dei suoi bambini.
L’unione con altre mamme che condividevano la stessa sensibilità ha trasformato un’iniziativa personale in un progetto comunitario. “Abbiamo iniziato poco prima della pandemia, unendo le forze. Ogni mamma tiene con sé una parte dei kit, in modo da rendere la consegna più semplice e capillare sul territorio, principalmente nella zona sud-ovest di Roma.” Da questo comitato spontaneo è nata poi un’associazione, “Greenta“, un nome che gioca con le parole “green” e “grinta”, a simboleggiare l’energia e la determinazione delle sue sette fondatrici e che è anche l’acronimo tra green e table. Un’avventura nata dal basso e che dimostra che la volontà di pochi può innescare un cambiamento positivo per molti.
Oltre il risparmio: tutti i vantaggi di un’economia circolare a tavola
Perché scegliere di prendere in prestito i kit da una stoviglioteca? Per lasciare il segno con un atto che porta con sé benefici economici e sociali tangibili. Il vantaggio ambientale è il più evidente: si abbatte drasticamente la produzione di rifiuti plastici monouso, con un impatto diretto sulla riduzione dell’impronta ambientale del party.
Dal punto di vista economico, vi è anche un risparmio per le famiglie e le associazioni che non devono affrontare il costo legato all’acquisto di piatti e bicchieri di carta o plastica.
Tuttavia è sul piano sociale che la stoviglioteca rivela forse il suo valore più profondo come dimostra l’esperienza romana. “Una delle cose che facciamo è sensibilizzare chi prende in prestito i nostri kit a raccontare ai propri ospiti da dove vengono quelle stoviglie, spiegando che non devono essere buttate,” sottolinea Ambra. Questo trasforma ogni festa in un’occasione di educazione ambientale. L’organizzatore diventa ambasciatore di sostenibilità, diffondendo una cultura della cura e della condivisione. “Riscontriamo sempre un grande entusiasmo. Le persone sono felici di partecipare a qualcosa di positivo.” Questo modello promuove la creazione di comunità circolari nelle quali la condivisione di beni rafforza i legami sociali e incoraggia pratiche virtuose.
Dietro le quinte della sostenibilità: gestione, igiene e passione della stoviglioteca romana
La gestione di centinaia di stoviglie richiede organizzazione e metodo. La chiave del successo della Stoviglioteca Romana risiede nella semplicità, organizzazione ed efficienza oltre che nella grande energia rinnovabile delle co-fondatrici. “Gran parte delle nostre stoviglie, come quelle di molte altre stoviglioteche, provengono da Ikea. Questa scelta non è casuale: garantisce la possibilità di sostituire facilmente eventuali pezzi rotti o smarriti, mantenendo i kit sempre completi e uniformi.” L’inventario è gestito in kit, una soluzione che semplifica enormemente le operazioni di conteggio sia alla consegna che alla restituzione.
Per quanto riguarda l’igiene – un aspetto cruciale per gli utenti – il sistema si basa sulla responsabilità condivisa. “Negli accordi che prendiamo, chiediamo alle persone di restituire le stoviglie già pulite. Dobbiamo dire che la stragrande maggioranza degli utenti è estremamente precisa e rispettosa.” Per evitare danni alle stoviglie, insieme ai kit vengono forniti anche indicazioni pratiche: “Un consiglio che diamo sempre è di non usare etichette adesive per scrivere i nomi sui bicchieri, ma di optare per soluzioni non permanenti come un elastico colorato o un pezzetto di nastro di carta.” Per sostenere le spese di manutenzione e ampliamento, l’associazione si affida a un contributo volontario, lasciato liberamente da chi usufruisce del servizio.
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Creare comunità e crescere insieme: il potere del passaparola e della rete
Viviamo un’era dominata dal marketing digitale, eppure la Stoviglioteca Romana dimostra che l’antico strumento del passaparola rimane ancora efficace. “La nostra promozione si basa quasi interamente su una pagina Facebook ma, soprattutto, sul passaparola,” afferma Ambra. La forza del progetto risiede nella sua capacità di creare connessioni autentiche. Le famiglie che utilizzano il servizio per le feste dei bambini ne parlano ad altre famiglie, gli adulti che organizzano una festa privata lo consigliano agli amici. Questa rete di fiducia è il vero motore della crescita.
Si aggiungono poi collaborazioni mirate con realtà del territorio che condividono gli stessi valori, come mercati rionali o negozi locali. “Abbiamo collaborato con organizzazioni comunali per eventi e con mercati di quartiere, dove, oltre a fornire le stoviglie, abbiamo allestito attività e giochi per bambini. Una volta avevamo persino un kit fisso, esposto in un negozio, che funzionava come un ulteriore spot per la nostra attività.” Un aneddoto che illustra chiaramente lo spirito di comunità è la gioia di ricevere le foto delle feste. “Spesso le persone ci mandano le foto dei loro allestimenti, magari con feste a tema per cui ci avevano chiesto stoviglie di colori specifici. È un modo bellissimo per renderci partecipi e vedere l’impatto concreto del nostro lavoro.“
Uno sguardo al futuro: sogni, obiettivi e la crescita del movimento a Roma e in Italia
L’interesse crescente è un segnale inequivocabile di un cambiamento di mentalità. “Stiamo vedendo nascere altre stoviglioteche a Roma, anche se per ora non esiste ancora una rete strutturata che le colleghi”, osserva Ambra. La visione per il futuro è quella di provare a rafforzare queste connessioni, magari creando una mappa cittadina per rendere ancora più facile per le persone trovare la realtà più vicina. L’obiettivo principale, però, non è la crescita a tutti i costi, ma la perseveranza nella missione originale. “È un’attività che noi fondatrici facciamo davvero con entusiasmo, animate dalla gioia profonda che deriva dal ridurre concretamente i rifiuti e, soprattutto, dal piacere di incontrare persone che la pensano allo stesso modo su queste tematiche”. Questa passione condivisa è l’energia rinnovabile che alimenta il progetto e che ispira fiducia nel suo futuro.
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Aprire una stoviglioteca: consigli per evitare gli errori più comuni
L’entusiasmo generato da iniziative come la Stoviglioteca Romana può essere quindi contagioso. Quali sono quindi i passi concreti per chi volesse replicare questo modello? Ambra Accolti Gil ci ha offerto consigli preziosi e nati dall’esperienza diretta. Il primo, davvero importante, è un invito alla collaborazione. “La prima cosa da fare è verificare se già esiste un’iniziativa del genere nei dintorni. Non essendo un’attività a scopo di lucro, non ha senso farsi concorrenza. Non è una gara a chi apre più stoviglioteche, è molto meglio unire le forze e collaborare”.
Il secondo consiglio è quello di non agire da soli. “Cercare di non essere da soli è fondamentale, anche per evitare che l’impegno diventi eccessivo e insostenibile nel tempo. Creare una piccola rete di persone motivate distribuisce il carico di lavoro e moltiplica le energie“. Dal punto di vista burocratico, costituire una piccola associazione, come ha fatto Greenta, può semplificare la gestione, permettendo di raccogliere contributi volontari in modo trasparente rilasciando regolari ricevute.
Un altro elemento utile da sapere riguarda le sfide logistiche iniziali, come la ricerca di uno spazio, che sono state superate dalla Stoviglioteca Romana con un modello decentralizzato, dove ogni fondatrice custodisce una parte dell’inventario, rendendo il progetto flessibile e resiliente.
E voi avete mai preso in prestito stoviglie per una festa?
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