A Cochabamba le strade sono invase dalla spazzatura e l’aria è irrespirabile.
La città boliviana di oltre 630mila abitanti è infatti al centro di una crisi ambientale: da più di due settimane, il servizio di raccolta dei rifiuti è completamente paralizzato. Cumuli di immondizia si moltiplicano lungo le strade, compromettendo la salute pubblica e scatenando proteste e tensioni tra le autorità locali e le comunità limitrofe.
Tutto ha avuto inizio con la chiusura, il 21 aprile, della discarica comunale di K’ara K’ara per ordine del Tribunale agroambientale boliviano. Da allora, la città di Cercado — cuore urbano di Cochabamba — non ha più avuto uno sbocco per lo smaltimento dei rifiuti. Il tentativo del Comune di deviare i rifiuti verso una cella di emergenza nel vicino comune di Colcapirhua ha incontrato un muro: da sabato scorso, i residenti di questa cittadina hanno istituito un blocco stradale sulla centrale Avenida Blanco Galindo, impedendo l’accesso ai camion della spazzatura.
Colcapirhua in rivolta: tensione sociale e strade bloccate
Il rifiuto di Colcapirhua ad accogliere i rifiuti di Cochabamba ha acceso le proteste. Gli abitanti hanno eretto barriere con pietre, terra e oggetti lungo l’arteria principale che collega la città con la parte occidentale del Paese, costringendo i cittadini a lunghe camminate per superare i blocchi e raggiungere mezzi di trasporto alternativi.
#Urgentebo | La crisis por la #basura en #Cochabamba estalló, pobladores #Colcapirhua cortaron el cabello y agredieron físicamente y verbalmente a cinco funcionarias. Sin embargo, este conflicto dejó el saldo de 22 heridos, dos están en estado de gravedad. pic.twitter.com/QLwaQ3flff
— Urgente.bo (@Urgentebo) May 5, 2025
Il sindaco di Colcapirhua, Nelson Gallinate, ha ribadito che le misure resteranno in vigore, nonostante gli appelli alla cooperazione lanciati nel corso della riunione straordinaria del Consiglio metropolitano di Kanata. “Informeremo i residenti e agiremo di conseguenza, ma al momento i blocchi restano”, ha dichiarato.
L’emergenza ambientale e il ruolo del Tribunale
Durante una riunione del 6 maggio, durata quattro ore, i sette sindaci dell’area metropolitana hanno dichiarato formalmente lo stato di emergenza ambientale. La decisione è stata annunciata dal governatore del dipartimento autonomo di Cochabamba, Humberto Sánchez: “La salute pubblica è a rischio. È necessario agire con urgenza”. Tra le misure concordate, spicca la richiesta al Tribunale agroambientale di permettere nuovamente l’ingresso dei rifiuti nella discarica di K’ara K’ara per procedere alla chiusura tecnica delle celle 2 e 3, secondo la normativa nazionale.
Ma il Tribunale aveva già respinto una simile richiesta il mese scorso, motivando il diniego con la necessità di tutelare l’ambiente e le comunità vicine. Ora il Comune di Cochabamba ha presentato un ricorso, attualmente in esame dalla Prima Sezione Specializzata del Tribunale con sede a Sucre.
Proposte per il futuro: un impianto per l’intera area metropolitana
Tra le decisioni più significative prese dal Consiglio metropolitano c’è l’approvazione di un progetto condiviso per la creazione di un complesso di trattamento dei rifiuti solidi, proposto dall’Associazione dei Comuni di Cochabamba (Amdeco). L’obiettivo è dotare l’intera area di un’infrastruttura moderna per la gestione dei rifiuti, superando le attuali logiche emergenziali. Il progetto è ora sotto valutazione tecnica e sarà oggetto di una relazione entro 48 ore.
Nel frattempo, il Comune di Cercado continuerà a utilizzare temporaneamente una cella di emergenza situata a Cotapachi, mentre le tensioni con i residenti locali restano elevate. Nelle scorse ore, il municipio ha annunciato azioni legali per identificare i responsabili di gravi episodi di violenza contro oltre venti agenti della Guardia municipale, aggrediti durante i tentativi di accesso alla zona di emergenza.
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