La società interamente partecipata dai Comuni di Massa e Carrara dedita all’economia circolare, Cermec, sta portando avanti un piano industriale che ne cambierà completamente il volto: se ad oggi l’attività è incentrata prevalentemente sulla gestione tramite Tmb dei rifiuti indifferenziati, presto il polo industriale sarà incentrato attorno a un biodigestore anaerobico, ovvero un impianto in grado di ricavare nuova materia (compost) ed energia (biometano) dai rifiuti organici raccolti in modo differenziato.

Ad oggi la capacità impiantistica di Cermec per l’intercettazione di rifiuti urbani indifferenziati è indicata dall’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) in 95.000 tonnellate/anno, ma di fatto quest’anno i conferimenti accettati da Cermec sono ben al di sotto dei limiti normativi: al 31 ottobre sono state trattate 48.400 tonnellate di rifiuti urbani residui (Rur), delle quali 24.300 dal territorio (di Carrara e di Massa), 660 da altri comuni dell’Ato Costa, 6.300 tonnellate da Ato Centro e 17.000 da Ato Sud.

E se negli anni scorsi ci sono stati conferiti consistenti flussi di rifiuti dalla Liguria o dal Lazio, questi non sono proseguiti vista l’avvenuta scadenza degli accordi tra la Regione Toscana e le altre regioni.

«Cermec – spiegano dalla società – in tutti questi anni ha garantito al territorio che non si verificasse mai alcuna situazioni di “emergenza”, avvenuta purtroppo in molte altre città. Ad oggi la dotazione impiantistica è sicuramente ormai obsoleta ma stiamo lavorando, assieme ai Comuni, Ato e Retiambiente per fare il prima possibile la trasformazione industriale che abbiamo progettato e su cui si potranno costruire presto nuovi posti di lavoro, biometano ed un vero modello di economia circolare».

Nel frattempo la società continua ad essere sottoposta al controllo periodico di Arpat (fino al 2021 ogni sei mesi, con la nuova Aia una volta all’anno), oltre ai numerosi autocontrolli che l’azienda ha l’obbligo di comunicare alla stessa Arpat; a questo si aggiungono ulteriori visite ispettive di iniziativa come per tutti gli impianti di trattamento rifiuti, urbani o speciali.

Sul tema delle emissioni odorigene, in particolare, l’azienda è impegnata per un continuo abbattimento assieme a tutti gli enti coinvolti, in attesa dell’entrata in esercizio del nuovo impianto che sarà, anche da questo punto di vista, sicuramente molto meno impattante.

«Preme evidenziare però – aggiungono nel merito da Cermec – che detti odori non sono certamente dovuti a sostanze che possano risultare tossiche o nocive ma solo organiche. In questi ultimi mesi Cermec ha sviluppato progetti volti ai miglioramenti impiantistici e strutturali, alcuni dei quali già a gara (ad esempio per un nuovo impianto di aspirazione delle arie dall’edificio che ospita le fosse di conferimento e la sezione di tritovagliatura) e sono state avviate opere di straordinaria manutenzione sul biofiltro. Ugualmente, per quanto concerne l’ultimazione degli interventi di messa in sicurezza e bonifica dei suoli e per l’installazione dell’impianto di trattamento delle acque di falda, è stata ultimata la progettazione definitiva e anche questo progetto potrà essere messo presto a gara».

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