L’Università di Pisa ha avviato un progetto per rivedere la gestione rifiuti in seno all’Ateneo, una comunità composta da oltre 53mila persone – in prevalenza giovani studenti – che può fare la differenza per sensibilizzare anche il Comune e il territorio circostante in termini di miglioramento della raccolta differenziata.

Presentata a fine ottobre, l’iniziativa vede la collaborazione e il finanziamento da parte del Consorzio nazionale imballaggi (Conai); il progetto sta per entrare nella fase operativa in cui ci sarà spazio anche per un percorso ad hoc di informazione, formazione e sensibilizzazione nei confronti della comunità universitaria.

Un percorso che si apre di fatto martedì 28 novembre, quando alle 11 l’aula magna del polo Piagge ospiterà la presentazione del nuovo libro La gestione responsabile dei rifiuti. Il cuore innovativo del modello Priula Treviso, arricchito dalla presenza di esperti di livello internazionale. Un appuntamento gratuito e ad accesso libero per tutti i cittadini.

Oltre all’autore Paolo Contò, direttore del Consiglio di bacino Priula, interverranno infatti Oriana Romano (Ocse), Andrea Guerrini (Arera, Ner-Ocse), Alessandro Mazzei (direttore Ato Costa), Giulia Gambini (assessora all’Ambiente del Comune di Pisa), Elisa Giuliani (prorettrice Sostenibilità dell’Ateneo) e Giulia Romano, professoressa di Economia aziendale nonché referente per acqua e rifiuti nella Commissione per lo sviluppo sostenibile dell’Ateneo.

«Il modello di gestione rifiuti che applicheremo – spiega Romano – si ispira a quello di Contarina, pensato col contributo fondamentale di Contò. Ne abbiamo parlato sin da subito con l’Ato costa, e saremo affiancati in questo percorso sia dal Comune di Pisa sia da Geofor», ovvero la società operativa locale (Sol) di Retiambiente che si occupa dei servizi d’igiene urbana nell’area pisana.

La struttura stessa dell’Ateneo – che si sviluppa come una città nella città, sparsa su oltre 200 sedi e non concentrata in un campus – rende la messa in pratica del progetto molto sfidante. Soprattutto perché guardare al modello Priula significa prendere come riferimento un territorio di 49 Comuni e oltre mezzo milione di abitanti arrivato a superare il 90% di raccolta differenziata.

Si parte da un contesto già all’avanguardia (l’Ato costa presenta la migliore percentuale di raccolta differenziata in Toscana, col 70,27%), ma resta comunque molto da migliorare.

«All’Università di Pisa abbiamo il vantaggio di rivolgerci a una comunità giovane, motivata e attenta sotto il profilo ambientale. Col nostro progetto – argomenta Romano – speriamo di accelerare il percorso di miglioramento in corso sul territorio dell’Ato, a partire dal Comune di Pisa e da quelli limitrofi. La nostra ambizione è quella di diffondere buone pratiche anche al di là dell’Ateneo».

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