Lo dice il nuovo dossier dell’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente e Ecosistemi presentato al Forum Compraverde Buygreen

Si sono chiusi il 18 maggio a Roma con l’assegnazione del Premio Compraverde 2023 i lavori della XII edizione del Forum Compraverde Buygreen, gli Stati Generali degli acquisti verdi, promosso dalla Fondazione Ecosistemi.

Protagonista di questa edizione del Forum è stato il Gpp (Green Public Procurement) come strumento fondamentale nelle politiche per la decarbonizzazione, l’economia circolare e la tutela della biodiversità. Ventisei convegni, workshop, tavoli di lavoro con oltre 190 esperti proveniente da tutta Italia hanno caratterizzato le due giornate con testimonianze, realtà virtuose, best practice e proposte su moltissimi temi, tra i quali: città e clima, edilizia, food policy, scuole sostenibili, inclusive e sane. “Due giorni sul Green Public Procurement per rendere sostenibili con criteri ambientali e sociali gli appalti pubblici – ha spiegato  nel corso dei lavori Silvano Falocco, direttore del Forum Compraverde – è essenziale che lo faccia il piano nazionale di ripresa e resilienza, è indispensabile che lo facciano tutte le pubbliche amministrazioni per rafforzare l’economia circolare e tutelare la biodiversità e mitigare il cambiamento climatico è un compito di oggi e non di domani. L’Italia è prima in Europa e deve rafforzare il suo ruolo anche nei Paesi Europei.”

“Lo strumento degli appalti pubblici verdi rappresenta una leva concreta ed efficace di politica industriale sostenibile, anche e soprattutto per il fatto che il valore delle basi d’asta degli affidamenti oggetto di CAM (Criteri Ambientali Minimi) è di circa 20 miliardi di euro all’anno. Ma è anche uno strumento vincente per rafforzare la presenza delle imprese italiane su scala europea e mondiale”, ha commentato in un messaggio il viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Vannia Gava. Sulla stessa linea anche la vicepresidente della regione Lazio Roberta Angelilli che nel suo intervento al Forum ha sottolineato come “La regione Lazio è stata la prima regione italiana ad aver approvato il piano di transizione ecologica. quindi, l’ambiente, l’economia circolare, la lotta allo spreco delle risorse sono priorità per la regione.”

Sabrina Alfonsi, assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, anche lei presente all’apertura dei lavori, ha fatto invece il punto dell’amministrazione capitolina sul Gpp dichiarando: “Il grande passo in avanti compiuto dall’Amministrazione è stato l’approvazione da parte della Giunta Capitolina della memoria con la quale si è dato mandato agli uffici di costituire un gruppo di lavoro per applicare il GPP su tutti gli acquisti di Roma Capitale entro il 2025. Una memoria che pone Roma all’avanguardia, non solo in Italia ma a livello internazionale, nella sfida della chiusura del ciclo dei rifiuti e della green economy”.

Il Gpp in Italia, il nuovo dossier

In occasione del Forum Compraverde è stato presentato il VI rapporto I numeri del Green Public Procurement in Italia” dell’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente e Ecosistemi. Dal dossier emerge una battuta d’arresto dei CAM per quasi tutte le categorie merceologiche e in quasi tutte le Amministrazioni Pubbliche, dalle Regioni ai Soggetti Aggregatori, dai Comuni agli Enti gestori delle Aree Protette fino alle ASL.   L’indagine diretta dell’Osservatorio ha monitorato complessivamente 157 Stazioni Appaltanti (44 Aziende Sanitarie Locali, 99 Enti gestori di Aree Protette e 14 Centrali di Committenza Regionali). Un lavoro che anche per questo anno è possibile consultare nel dettaglio attraverso una piattaforma ad hoc presente sul sito dell’Osservatorio Appalti Verdi. E dal rapporto arrivano i 3 asset su cui rafforzare il tema del GPP in Italia: formazione, comunicazione e conoscenza, con l’indicazione anche delle 12 aree di intervento da sviluppare affinché sia davvero uno strumento utile e capillarmente diffuso sul territorio. La formazione con la Gpp Academy è stata anche al centro dei lavori del forum con 30 sessioni formative e informative in live streaming sulle novità legislative, i progetti e le buone pratiche di sostenibilità che sono on line su wwwforumcompraverde.it.

Acquisti verdi e CAM: cosa sapere

Gli acquisti verdi della pubblica amministrazione sono regolati da specifiche tecniche e clausole contenute nei Criteri Ambientali Minimi, obbligatori dal 2016. I CAM è bene ricordarlo, sono stati introdotti in Italia con il Green Public Procurement, lo strumento che indirizza gli enti pubblici verso investimenti a ridotto impatto ambientale. Oggi la loro adozione è prerequisito essenziale per concorrere in tutti i bandi pubblici. Nel corso del periodo 2022-2023 il Ministero delle economia e delle Finanzae ha adottato per esempio, per i progetti finanziati con il PNRR, le “Linee Guida per l’applicazione del principio del DNSH” che confermano l’adozione obbligatoria e propedeutica dei CAM. Il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici (approvato con Decreto legislativo n. 36 del 31 marzo 2023) ribadisce (all’articolo 57) l’obbligatorietà del GPP e del rispetto dei criteri sociali (equità di genere, occupazione, inclusione) già previsti dall’art. 47 del DL Semplificazioni e dal Regolamento del 7 dicembre del 2021. Ma il tema degli acquisti verdi riguarda più in generale tutto il mondo delle imprese in un’ottica di economia circolare ed efficientamento dei processi.

Tra le politiche che facilitano il GPP nelle amministrazioni pubbliche che hanno risposto al questionario, spicca la conoscenza dello strumento del GPP, che non risulta più un mistero per i funzionari, in quanto il 95% del campione ha dichiarato di sapere cos’è il Green Public Procurement; ancora indietro invece sull’applicazione di temi fondamentali come il Plastic Free (applicato nel 67% dei casi), la Formazione del personale (ferma al 45%) e i Criteri sociali (40%). Fanalini di coda il Gender procurement (applicato solo nel 25% dei casi) e il Monitoraggio degli acquisti verdi svolti dall’amministrazione (16%) su cui ci sarà ancora molto da lavorare. La mancanza di formazione adeguata ai temi e per l’applicazione dei CAM e delle politiche di GPP con il 58%; è la maggiore difficoltà riscontrata dalle stazioni appaltanti indagate quest’anno, rispetto alle principiali individuate, segue con il 35% la mancanza di imprese sul territorio necessarie alla partecipazione ai bandi con i requisiti di sostenibilità richiesti; chiude la classifica con il 34% la difficoltà di redazione dei bandi.

Il GPP nelle stazioni appaltanti

I 99 Enti Gestori di Aree protette che hanno risposto al questionario gestiscono ben 146 Aree protette (tra Aree Marine, Parchi nazionali e regionali e Riserve regionali). L’importanza di questi Enti nello sviluppo e messa a terra del GPP è doppiamente rilevante per far sì che le Aree protette siano uno dei fiori all’occhiello di sostenibilità non solo attraverso la conservazione della natura, ma anche con attività amministrative, di gestione e governance del territorio vincolato a livello naturalistico. Le 146 Aree protette interpellate hanno una media di performance dell’applicazione del GPP del 57%, ma sono solo 15 quelle che hanno raggiunto un indice di performance molto elevato: nonostante nessuna di queste sia 100%GPP, 8 raggiungono il 95% di performance (sono l’Area Marina Protetta Capo Spartivento e quella di Punta Campanella, il Parco Regionale La Mandria, il Parco naturale di Stupinigi, il Parco naturale regionale dell’Aveto, le riserve naturali Ponte del Diavolo di Lanzo, Monte Lera e Vauda), una il 91% (AMP Isole Egadi) e 6 il 90% (i Parchi nazionali dell’Alta Murgia, del Gran sasso e dei Monti della Laga, delle Dolomiti Bellunesi, l’AMP Capo Caccia – Isola Piana, il Parco naturale regionale Beigua e il Parco regionale di Porto Conte).

Tra le 14 Centrali Uniche di Committenza regionali che hanno partecipato all’indagine nel 2023, mediamente la performance sull’applicazione del GPP è del 57%, con Regioni come Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia e Sardegna che sono 100% GPP, seguire da Toscana (95%) ed Emilia-Romagna (90%). Degli undici CAM disponibili(fig.1), solo uno raggiunge circa il 43% di applicazione (CAM Ausili per l’incontinenza), mentre gli altri a fatica superano il 20% di applicazione (6 su 11), 2 su 11 superano il 10% e 2 non si fermano sotto la doppia cifra. Da segnalare il segno meno registrato in tutte le voci di applicazione dei CAM nel 2022 rispetto ai dati del 2021, a dimostrazione di una importante contrazione dell’uso dello strumento in un momento cruciale per la messa a terra di molti bandi di iniziativa pubblica.

Per le 44 ASL che hanno restituito il questionario, la media di performance è del 57%, con le migliori performance registrate nell’Azienda USL di Bologna (95%), Ferrara (93%) e della Toscana nord (90%). Solo altre 7 Aziende Sanitarie hanno raggiunto un indice di performance superiore all’80%.  Rispetto all’applicazione dei 16 CAM inerenti questa tipologia di ente appaltante (fig.2), in un caso il tasso di applicazione è stato inferiore al 20%, in 2 inferiore al 30% e altrettanti sono il 40%; in 3 casi si è raggiunto il 40%, in 4 il 50% e sempre in 4 casi il 60%.  Rispetto al 2021 ben 13 delle 16 voci hanno riscontrato una contrazione nel tasso di applicazione, registrando un segno positivo solo per le voci carta grafica, veicoli e ristorazione collettiva.

“La transizione ecologica ha bisogno di strumenti come il GPP per l’economia, la società ed il Pianeta. In particolare, per attuare le politiche di decarbonizzazione dell’economia, per sviluppare l’economia circolare, e per la tutela della biodiversità – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – e non è più accettabile che l’Italia sconti ancora un importante ritardo nella loro piena implementazione. Dopo un graduale miglioramento delle performance registrato nel corso degli anni, constatiamo che l’attenzione si è nuovamente abbassata sul tema. Proseguiamo dunque nel nostro lavoro – conclude Zampetti –a maggior ragione ora che il MASE ha approvato 6 nuovi CAM come quelli su edilizia, arredi interni, rifiuti, eventi, tessile, arredi esterni e ne ha programmati altri 7, di cui 5 con attività in corso e 2 da avviare, per far si che questi strumenti vedano un corretto utilizzo e siano realmente i pilastri su cui rilanciare la sostenibilità degli acquisti verdi nel nostro Paese”.

Online, e da oggi con i nuovi dati aggiornati, la prima piattaforma webgis che fotografa l’applicazione del Green Public Procurement in Italia: attraverso una mappa interattiva è possibile conoscere l’applicazione del GPP e dei Criteri Ambientali Minimi da parte degli enti che hanno risposto al monitoraggio di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, non solo nel 2022, ma anche degli anni precedenti. Uno strumento utile, e inedito in Italia, che offre una panoramica quanto più completa possibile, utile ad amministrazioni pubbliche, imprese, giornalisti e cittadini.

Le proposte dell’Osservatorio Appalti Verdi

Formazione, comunicazione e conoscenza: sono i 3 asset su cui rafforzare il tema del GPP in Italia. Ma affinché sia davvero uno strumento utile e capillarmente diffuso sul territorio e non essere esclusivamente una “buona pratica” di poche amministrazioni 12 i sono i temi da sviluppare con le seguenti priorità:

investire nel personale con nuove assunzioni e con percorsi di formazione specifica, a partire da quelle previste dal MASE e come richiesto dalla Conferenza Stato Regioni, con il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema Green Public Procurement;
adottare strumenti di monitoraggio dei CAM e delle politiche del GPP, che permettano una lettura istantanea dell’andamento dell’applicazione;
estendere il campo d’applicazione del GPP, individuando altre categorie merceologiche (attività termali, portuali, restauro, servizi di derattizzazione e disinfestazione, etc.) per i quali approvare dei Criteri Ambientali Minimi;
accelerare la definizione di CAM relativi ai servizi ambientali (smaltimento dei rifiuti, servizi di depurazione, servizi postali, reti di distribuzione elettrica e idrica, stabilimenti per la manutenzione dei mezzi di trasporto, etc.) per far sì che tutto il comparto di tali servizi, a cominciare dalle imprese pubbliche, disponga di criteri ambientali e sociali obbligatori da utilizzare;
rafforzare la capacità istituzionale nel diffondere il Green Public Procurement per garantire l’adozione dei (CAM) negli appalti pubblici, sia nell’acquisto di beni e servizi che nella realizzazione delle opere
prevedere della task force regionali formate sul GPP, sui CAM e il DNSH, per evitare le strozzature di sistema dovute alla carenza di formatori, oltre alla necessità di individuare per ogni amministrazione pubblica un referente GPP al proprio interno, responsabile dell’adozione dei CAM nelle procedure di gara e del monitoraggio per evitare che il carattere intersettoriale dello strumento ne complichi l’attuazione;
estendere l’utilizzo della Valutazione dei Costi del Ciclo di Vita (LCC), che anche il nuovo Codice dei Contratti Pubblici prevede, come criterio di aggiudicazione secondo l’Offerta economicamente più vantaggiosa” per evidenziare il “costo reale” della mancata adozione dei CAM;
fondamentale che le Pubbliche Amministrazioni (PA) si dotino di un Piano d’Azione GPP e integrino le Pianificazioni Settoriali (mitigazione climatica, adattamento climatico, economia circolare, biodiversità, mobilità, Food Policy oppure Equità di genere, Inclusione) e Territoriali con lo strumento dei CAM;
raccordare il GPP con il DNSH per la PA e i privati nella comprensione delle strette connessioni tra i due sistemi.
Attivare la collaborazione con la rete dei RUP e con le associazioni delle amministrazioni locali, della sanità e del mondo della scuola (fino all’Università), affinché si rafforzi l’informazione e la conoscenza dei CAM;
creare programmi di cooperazione con Università e Ordini Professionali per creare le competenze ed evitare che anche le nuove professioni continuino a non tenere conto degli aspetti relativi a GPP, CAM e DNSH che dovrebbero rappresentare elementi di qualificazione;
creare programmi di cooperazione con le Camere di Commercio per favorire la diffusione delle informazioni relative ai criteri ambientali e sociali che le imprese, e soprattutto le PMI, troveranno nelle procedure di gara.

Premio Compraverde 2023

Il Forum Compraverde ha concluso i lavori con la consegna del Premio Compraverde 2023 alle migliori esperienze italiane di GPP. Per la Sezione Cultura in Verde il premio è stato diviso ex aequo tra il Festival della Letteratura di Mantova e Santarcangelo Festival, mentre la menzione Cultura in Verde è andata a Sardegna Film Commission e a Tones Teatro Natura. Per la Sezione Politica GPP il premio è stato assegnato alla Città metropolitana di Milano e la menzione Politica GPP è andata al Comune di Roma. Per la Sezione Bando Verde menzione all’Istituto Italiano di Tecnologia e a Ecocerved Scarl. Per la Sezione Mensa Verde il premio è stato assegnato a Qualità e Servizi Spa, in questa sezione sono state poi assegnate due menzioni: all’Istituto Italiano di Tecnologia e alla DSU Toscana (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario). Per la Sezione Social Procurement il premio è andato alla Regione Lazio. Per la Sezione Vendor Rating e Acquisti Sostenibili il premio a CAP Holding S.p.A.