Ad oggi, in tutto il mondo si producono 430 milioni di tonnellate di plastica in un anno, ma l’inquinamento globale da plastica potrebbe essere ridotto dell’80% entro il 2040.

Ad affermarlo è il nuovo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Turning off the Tap: How the world can end inquinamento plastic and create a circular economy), secondo cui – per arrivare a un simile obiettivo – saranno necessari cambiamenti drastici, ma anche pratici e non così dispendiosi, anzi: potremmo avere benefici per trilioni di dollari da qui al 2040, riducendo i danni causati dalla plastica alla salute, al clima e all’ambiente.

Il modo in cui produciamo , utilizziamo e smaltiamo la plastica sta inquinando gli ecosistemi , creando rischi per la salute umana e destabilizzando il clima, ha affermato il direttore esecutivo dell’UNEP, Inger Andersen.

La plastica è, di fatto, oramai un enorme problema per il Pianeta, tanto che si stima che più di cinque trilioni di pezzi di plastica si trovino negli oceani del mondo e possono volerci decenni prima che degradino completamente.

Se non facciamo qualcosa, dicono gli esperti, entro il 2040 ci saranno 227 milioni di tonnellate di inquinamento da plastica nel mondo.

Cosa è stato fatto finora per ridurre l’inquinamento da plastica?

Nel marzo del 2022, quasi 200 Paesi delle Nazioni Unite hanno deciso di avviare negoziati su un piano internazionale su come gestire i rifiuti di plastica.

I leader mondiali hanno tempo fino al 2024 per concordare il trattato sull’inquinamento da plastica – stabilendo regole su come la plastica viene prodotta, utilizzata e gettata via.

Il secondo round di negoziati inizierà alla fine di maggio 2023.

Plastic pollution could reduce by 80% by 2040 if governments and companies make policy and market shifts using existing technologies.

OUT NOW – UNEP’s new report provides a pathway for nations to #BeatPlasticPollution: https://t.co/dcfBkZaOfN pic.twitter.com/iSQ9QSpYC1

— UN Environment Programme (@UNEP) May 16, 2023

La Roadmap per ridurre drasticamente l’inquinamento da plastica

Il rapporto afferma che i Paesi di tutto il mondo debbano creare una “economia circolare“, in modo che la plastica venga tenuta in circolazione e utilizzata il più a lungo possibile. Secondo il report, infatti, l’impatto maggiore – circa il 30% di riduzione dei rifiuti di plastica – verrebbe proprio dal riutilizzo della plastica che già abbiamo.

Allo stato attuale, solo il 9% circa della plastica in tutto il mondo viene riciclata, quindi, stando al rapporto, se ricicliamo di più, l’inquinamento da plastica potrebbe essere ridotto di un ulteriore 20% entro il 2040.

Cambiare il sistema

Il rapporto propone un cambiamento di sistema ottenuto accelerando tre cambiamenti chiave:

riutilizzo
riciclo
riorientamento e diversificazione

E azioni per affrontare l’eredità dell’inquinamento da plastica.

Anche con le misure di cui sopra, 100 milioni di tonnellate di plastica da prodotti monouso e di breve durata dovranno ancora essere trattati in sicurezza ogni anno entro il 2040, secondo il rapporto.

©UNEP

Costruire un’economia circolare

L’UNEP suggerisce di stabilire e implementare standard di progettazione e sicurezza per lo smaltimento dei rifiuti di plastica non riciclabili e responsabilizzare i produttori per i prodotti che rilasciano microplastiche.

Complessivamente, il passaggio a un’economia circolare comporterebbe un risparmio di 1,27 trilioni di dollari, considerando i costi e i ricavi del riciclaggio. Altri 3,25 trilioni di dollari verrebbero risparmiati nei campi della salute, del clima, dell’inquinamento atmosferico, del degrado dell’ecosistema marino e dei costi relativi ai contenziosi.

Creazione di 700mila posti di lavoro

Un tale cambiamento potrebbe tradursi in un aumento netto di 700mila posti di lavoro entro il 2040, principalmente nei Paesi a basso reddito, migliorando significativamente le condizioni di vita di milioni di lavoratori. I costi di investimento per il cambiamento sistemico raccomandato sono significativi, ma inferiori alla spesa prevista se il cambiamento sistematico non viene intrapreso: 65miliardi di dollari all’anno contro i 113 miliardi all’anno.

Gran parte di questo può essere mobilitato spostando gli investimenti pianificati per nuovi impianti di produzione o un prelievo sulla nuova produzione di plastica nella necessaria infrastruttura circolare.

©UNEP

Le politiche

Secondo il report, inoltre, le politiche concordate a livello internazionale possono aiutare a superare i limiti della pianificazione nazionale e dell’azione imprenditoriale, sostenere una fiorente economia globale circolare della plastica, sbloccare opportunità commerciali e creare posti di lavoro.

Il rapporto raccomanda che un quadro fiscale globale possa far parte di un patto politico per consentire ai materiali riciclati di competere in condizioni di parità con i materiali vergini, creare un’economia di scala per le soluzioni e stabilire sistemi di monitoraggio e meccanismi di finanziamento.

Fondamentalmente, i responsabili politici sono incoraggiati ad adottare un approccio che integri strumenti normativi e politiche che affrontano azioni lungo tutto il ciclo di vita, inclusi standard per la progettazione, la sicurezza e la plastica compostabile e biodegradabile e obiettivi di riciclaggio.

Se seguiamo questa tabella di marcia, anche nei negoziati sull’accordo sull’inquinamento da plastica, possiamo ottenere importanti vittorie economiche, sociali e ambientali, ha affermato il capo dell’UNEP.

QUI trovi il rapporto completo.

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Fonte: UNEP

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