Quid crea abiti e accessori dal design moderno e raffinato, sostenendo persone in difficoltà e a rischio emarginazione sul mercato del lavoro
In Italia, a fronte della ridotta spesa pubblica per le infrastrutture sociali, il numero di persone che vive in povertà e dei cosiddetti working poor continua a crescere. Basti pensare al tasso di disoccupazione giovanile, o alla strutturale mancata valorizzazione dei talenti femminili. La categoria più a rischio, oltre ai giovani e alle donne, è quella dei migranti, che con il 25% del totale costituiscono la fascia di working poor più ampia nel nostro Paese. Nel nostro Paese ci sono però anche tante belle realtà di segno opposto e degne di nota. Come la cooperativa sociale Quid, che produce moda e articoli di sartoria in edizioni limitate, utilizzando gli scampoli industriali e offrendo un lavoro dignitoso a persone vulnerabili, fra cui molti migranti e richiedenti asilo.
Quid è stata costituita nel 2013 da due giovani che hanno intuito un’opportunità ancora inesplorata: da una parte la social supply, dall’altra un brand etico basato sui valori dell’integrazione. Dal principio ha avuto tra i suoi obiettivi il sostegno alle persone in difficoltà, creando opportunità di inclusione lavorativa per quanti sono a rischio emarginazione sul mercato del lavoro, soprattutto donne dal passato travagliato. Tra le loro mani, tessuti di fine serie, eccedenze, stock invenduti e stoffe donate da note industrie del tessile si trasformano in abiti e accessori dal design moderno e raffinato. Inoltre, attraverso la formazione professionale, Quid guida le sue collaboratrici in un percorso di acquisizione di specifiche competenze lavorative che consentano loro di pensare a un futuro diverso.
Il loro modello di impresa è insomma radicato nella convinzione che soltanto trasformando i limiti del mondo e della società in punti di partenza, il mercato potrà sviluppare modelli di business nuovi e innovativi: dove termina la catena del valore del tessuto, inizia il loro processo di progettazione e produzione. Oggi la cooperativa sociale conta 133 dipendenti, il 67% con alle spalle esperienze di emarginazione lavorativa, l’83% donne. Dal 2013 ha inoltre creato 213 posti di lavoro grazie alla filiera circolare.