Al mondo esistono tantissime specie differenti di alghe, ognuna con una proprietà specifica e molte ancora pressoché sconosciute all’uomo, con potenzialità di utilizzo enormi.
Le microalghe, per esempio, sono sempre più impiegate come ingredienti per ricette sane e per implementare una dieta sostenibile. Ma non solo, essendo una risorsa rinnovabile sono utilizzate anche per produrre bioplastica.
Il packaging sostenibile da microalghe è uno degli ultimi ritrovati per ridurre l’inquinamento plastico e cercare di raggiungere la tanto sognata neutralità climatica. Ecco quali sono gli utilizzi principali delle microalghe e perché fanno così bene all’ambiente.
Che cosa sono le microalghe
Le alghe vengono suddivise in due categorie, che dipendono dalle loro dimensioni:
Macroalghe si possono osservare a occhio nudo e sono delle vere e proprie piante fotosintetiche, i cui colori variano dal verde, al blu fino al marrone, con forme differenti.
Microalghe sono costituite solamente da una cellula oppure da un numero infinitesimale di cellule aggregate in strutture semplici. Sono generalmente osservabili al microscopio eccetto quando si aggregano l’un l’altra, diventando quindi visibili anche senza l’aiuto di una lente di ingrandimento.
A oggi sono state riconosciute e catalogate più di 50mila microalghe. Le più conosciute sono la Clorella e la Spirulina, utilizzate anche in ambito alimentare poiché ricche di proteine.
Microalghe, una risorsa rinnovabile
Le microalghe si trovano in grandi quantità in natura e abitano sia le acque dolci che quelle salate. La loro crescita rapida fa sì che siano considerate un’importante risorsa rinnovabile. In più, resistono a diverse condizioni ambientali, anche le più estreme: come alte percentuali di salinità e temperature rigide.
Sono state infatti trovate anche nel Mar Morto e nei mari glaciali. Si dice che le microalghe siano state tra le prime a svolgere la fotosintesi miliardi di anni fa, dando un contributo fondamentale all’ossigenazione degli oceani e al conseguente sviluppo della vita.
Ancora oggi, il 75% dell’ossigeno sulla Terra è prodotto da questi microrganismi, le cui funzioni sono quindi vitali per il pianeta e gli esseri viventi che lo abitano.
A che cosa servono le microalghe
Risorsa rinnovabile, le microalghe hanno tantissimi impieghi diversi, a cominciare da quello alimentare. Vengono infatti utilizzate in diversi ambiti.
Da quello dell’acquacoltura, per diventare il cibo di crostacei, mitili e larve da cui nasceranno pesci di allevamento, al nutraceutico e farmaceutico grazie all’alto potere nutritivo e alle molecole bioattive con cui è possibile contrastare diverse patologie.
Per non parlare del settore bioenergetico, con la produzione di idrogeno e, infine, come elemento per combattere l’inquinamento da plastica dei suoli e dei mari.
Come alimenti
Se le macroalghe come kombu, nori e wakame sono molto diffuse nell’alimentazione, specialmente nei paesi asiatici, non tutti sanno che anche le microalghe sono utilizzate già da secoli.
Pare infatti che gli Aztechi raccogliessero la spirulina nei loro laghi, essiccandola e poi utilizzandola per la produzione di una sorta di pane e di primitivi formaggi.
Oggi che le microalghe sono considerate dei super food dalle alte proprietà nutritive, sono dieci le specie che hanno passato i controlli per la sicurezza alimentare dell’Unione Europea e possono essere utilizzate come ingredienti ufficiali per l’alimentazione.
Come biocarburanti
In alternativa a benzina e prodotti derivati dal petrolio, le microalghe diventano materie prime per la fabbricazione di biocarburanti.
La loro produzione, infatti, non entra in competizione con altre risorse alimentari e permette di essere svolta praticamente ovunque, sfruttando aree normalmente non considerate coltivabili.
La loro crescita è molto rapida e avviene in tutti i periodi dell’anno, senza necessitare grandi quantità di acqua né l’impiego di pesticidi o diserbanti.
Per assorbire CO2
Le microalghe, oltre a produrre ossigeno, con la fotosintesi clorofilliana assorbono anche la CO2 dall’atmosfera. E lo fanno molto più velocemente rispetto ad alberi e piante, che per crescere hanno bisogno di acqua e suolo.
Attraverso questi microrganismi può essere quindi prodotta della biomassa che, ogni anno, contribuisce a eliminare tonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera.
Come integratori
Grazie all’alta percentuale di proteine (fino al 70% della biomassa), di carboidrati (fino al 30%), minerali e vitamine come la A, il complesso B e la C, le microalghe sono impiegate nella formulazione di numerosi integratori naturali.
Dopo la raccolta vengono essiccate e ridotte in polveri (per conferire nutrienti come Omega-3 e vitamina B12), talvolta spolverizzate direttamente sugli alimenti, per dare un sostegno al sistema immunitario.
Tra le più usate ci sono la Spirulina, la Clorella ricca di amminoacidi, la Dunaliella con alte percentuali di carotenoidi e l’Astaxantina, dalle proprietà antiossidanti.
Per produrre bioplastica
Infine, le microalghe sono efficaci per la produzione di bioplastica, materiale meno inquinante delle plastiche tradizionali, specialmente per le fasi di produzione più sostenibili.
La materia prima di partenza sono proprio gli zuccheri che vengono estratti dai microrganismi, trasformati poi in biopolimeri.
Bioplastica a base di alghe: un progetto finanziato dall’UE
Il progetto finanziato dall’Unione Europea SEABIOPLAS ha come obiettivo quello di introdurre le alghe coltivate in modo sostenibile come ingredienti principali per la fabbricazione di bioplastiche sostenibili.
I ricercatori hanno sviluppato un processo che consente di utilizzare le alghe precedentemente essiccate e polverizzate o fermentate per la produzione di acido polilattico (PLA) da utilizzare come materia prima per la bioplastica.
Il materiale così prodotto permette non solo di ridurre gli effetti negativi dei materiali plastici sull’ambiente ma anche di diminuire il consumo di acqua e di emissioni di CO2 dovuto alla sua produzione.
L’articolo Microalghe e i loro benefici, dalle bioplastiche alla cattura di CO2 proviene da Liberi dalla Plastica.