Quello delle microplastiche è un problema gravissimo sia dal punto di vista ambientale che dal punto di vista della salute umana: ormai si trovano dappertutto, anche in quegli luoghi un tempo incontaminati – come ad esempio i poli o le profondità oceaniche. Sono presenti nell’aria e nell’acqua, e in questo modo finiscono nella catena alimentare, arrivando anche nel nostro piatto.

Si stima che ogni anno una cifra compresa fra i 5 e i 12 miliardi di microplastiche entri negli ecosistemi naturali di tutto il mondo: si tratta di particelle di plastica piccolissime, di misura inferiore ai 5 millimetri, che non possono essere rilevate e filtrate dalla tecnologia di trattamento delle acque esistente. Queste micro-particelle possono richiedere fino a 450 anni per degradarsi completamente nell’ambiente.

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Per questo motivo, gli scienziati di tutto il mondo sono alla ricerca di nuovi modi per raccoglierle ed evitare che continuino a disperdersi, contaminando ogni angolo del globo. Una risposta potrebbe arrivare da un nuovo dispositivo tecnologico messo a punto dai ricercatori Royal Melbourne Institute of Technology e in grado di attirare le microplastiche in modo molto più veloce rispetto ai sistemi tradizionali.

I ricercatori hanno osservato che, per eliminare le microplastiche presenti nell’acqua, è possibile utilizzare materiali magnetici in grado di “attirare” le piccole particelle. Hanno quindi messo a punto un adsorbente in polvere costituito da nanomateriali magnetici, come ad esempio il ferro, e lo hanno disciolto nell’acqua carica di microplastiche.

Non solo questo sistema si è dimostrato incredibilmente più veloce rispetto ai sistemi finora utilizzati (in un’ora sola è stato in grado di raccogliere una quantità di microplastiche che con gli altri sistemi sarebbe stata raccolta in giorni di lavoro), ma risulta essere anche più efficace.

Infatti, i materiali magnetici rimuovono le microplastiche 1.000 volte più piccole di quelle attualmente rilevabili dagli impianti di trattamento delle acque reflue esistenti.

La struttura a nano-pilastri che abbiamo progettato per rimuovere questo inquinamento, che è impossibile da vedere ma molto dannoso per l’ambiente, viene riciclata dai rifiuti e può essere utilizzata più volte – ha affermato Eshtiaghi della School of Engineering. – Questa è una grande vittoria per l’ambiente e l’economia circolare.

@Chemical Engineering Journal

Ultimo punto importante da sottolineare per quello che riguarda questa invenzione è il fatto che l’adsorbente è stato progettato per attrarre microplastiche senza creare inquinanti secondari o emettere carbonio.

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Fonte: Chemical Engineering Journal / RMIT University

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