La raccolta differenziata è un asse fondamentale dell’economia circolare, della valorizzazione delle materie prime seconde e anche di gran parte delle professioni verdi italiane. Tuttavia, la buona volontà di molti cittadini che cercano di offrire il proprio contributo nel recupero dei materiali spesso è messa a dura prova dalle innumerevoli regole per una differenziata di qualità che spesso cambiano addirittura da Comune a Comune. Per questo spesso, seppur in buona fede, si commettono errori, come abbiamo riportato nell’approfondimento dedicato al wish-cycling. Entro il 31 dicembre 2022 (salvo ulteriori rinvii) dovrebbe essere introdotto l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi che potrebbe aiutare considerevolmente il pubblico nella raccolta differenziata. Nel frattempo, però, come migliorare la nostra performance di “recycler”? Lo abbiamo chiesto a Noemi De Santis co-founder e PR Manager di Junker app.

Noemi, partiamo da un dato di fatto: in molti, pur se in buona fede, sbagliano (quello che è stato battezzato wishcycling). Sono così tante le regole da ricordare per la raccolta differenziata? Quali sono gli errori più comuni?

Negli anni, grazie ad un costante lavoro di ricerca e di pari passo anche all’adozione di una serie di misure legislative, sono andate crescendo le tipologie di beni divenuti riciclabili per i quali è poi stato anche effettivamente attivato un sistema di raccolta differenziata. Non basta, infatti, che un oggetto sia ontologicamente riciclabile: è altresì necessario che venga garantita tutta la filiera del rifiuto dalla raccolta allo smistamento fino all’effettivo reinserimento in un ciclo produttivo. Vi sono poi una serie di eccezioni: prodotti che sembrano simili ma che hanno fine vita diversi e tutto ciò richiede una grande preparazione.

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Nel dubbio è meglio comunque buttare nella differenziata?

Quando siete di fronte al cassonetto o ai mastelli della raccolta differenziata e avete fretta, anche se ciò può rattristarvi perché vorreste riciclare quanto più possibile, se avete un dubbio e non siete matematicamente certi, è meglio buttare il rifiuto nella frazione secca e quindi nell’indifferenziato perché il danno maggiore che potete fare è rovinare la qualità della raccolta differenziata.

Fare (in)formazione quanto può aiutare per evitare il wishcycling e fare una buona raccolta differenziata?

A mio parere, dovrebbe essere prevista una formazione continua nelle scuole, dall’asilo alla laurea. Non solo perché le informazioni da acquisire sono tante, ma anche perché le normative cambiano (basti pensare alla recente introduzione dell’obbligo della raccolta del tessile) così come i sistemi di raccolta e le regole possono essere differenti da un Comune ad un altro Comune se non addirittura da quartiere a quartiere: ad esempio in alcuni Comuni la raccolta differenziata avviene con sistemi multi materiale (ad esempio metalli e plastica insieme) e il cartone per bevande in alcuni luoghi viene conferito assieme alla plastica mentre in altri con la carta.

Vanno quindi fornite nozioni in maniera corretta ed aggiornata e, per questo scopo, è importante ripetere, con cadenza periodica, campagne di comunicazione. È utile ricordare non solo cosa può essere differenziato ma anche le buone pratiche connesse al conferimento: ad esempio, come Junker, ogni volta che diffondiamo notizie su informazioni che oramai dovrebbero essere ben note al pubblico (come, ad esempio, che l’etichetta vada tolta o meno dalla bottiglia, la differenza tra imballaggio e non imballaggio) riscontriamo ogni volta una grandissima attenzione (ed un numero elevato di click di chi vuol saperne di più).

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Anche se esistono una marea di regole ed eccezioni, proviamo a dare qualche consiglio partendo da ciò che, come Junker app, sapete che sarebbe più utile ribadire agli utenti?

I punti di partenza potrebbero essere molteplici ma, come primo step, potremmo scegliere la raccolta della plastica. In merito a tale tipo di materiale bisogna ricordare che solo gli imballaggi possono essere conferiti e, in special modo, solo quelli che sono espressamente indicati come riciclabili. La bacinella rotta, il giocattolo spaccato non vanno nella raccolta differenziata ma nella frazione secca o, se voluminosi, vanno portati in una delle isole ecologiche o ecocentri presenti nei comuni italiani.

Esistono poi una serie di eccezioni: la gruccia di plastica che ci è stata consegnata insieme all’abito acquistato fa parte del packaging e, se non vi serve più o si rompe, potrà essere correttamente conferita, mentre se la gruccia è stata acquistata da voi, a fine vita, dovrà essere gettata nell’indifferenziato.

Se l’oggetto che dovete buttare è un apparecchio elettrico o elettronico (cosiddetto RAEE) come un frigorifero, le cuffiette dello smartphone o un vecchio cavo elettrico, andrà conferito nella specifica raccolta secondo le normative che prevedono, in caso di acquisti di grandi elettrodomestici, il diritto dell’acquirente al ritiro gratuito del vecchio esemplare o, nel caso di piccoli esemplari, la possibilità di conferirlo nei medio-grandi negozi di elettronica senza necessità di effettuare acquisti (il cosiddetto uno contro zero). Non dovrete quindi separare la parte esterna di plastica dai cavi di rame interni. Questo tipo di operazioni vanno anzi evitate perché possono essere pericolose.

Sempre rimanendo sul tema “plastica”, nella top 10 delle ricerche degli utenti su Junker si trovano domande sul corretto conferimento del polistirolo! La vaschetta contenente gli alimenti presa al supermercato andrà gettata assieme alla plastica mentre il maxi imballaggio del frigorifero, per questioni di volume, dovrà essere conferito in un ecocentro.

Perché è così importante capire se un certo materiale è differenziabile solo se è imballaggio?

Perché la regola non vale per tutti i tipi di raccolta ma per alcuni fa la differenza: alcune tipologie di rifiuti – come le batterie scariche, l’olio, i farmaci scaduti, abiti e tessile e i Raee – vengono differenziati per materiale.

Tuttavia se guardiamo i cosiddetti cassonetti stradali o i mastelli del porta a porta diffusi in alcuni Comuni, alcuni tipi di materiali spesso vengono separati a seconda se siano o meno packaging. Per la plastica, come abbiamo visto, è una distinzione essenziale così come accade per il vetro: “Bottiglia o vasetto riciclo perfetto” recita la filastrocca di COREVE. In questo caso comprendere la distinzione è vitale per non inquinare la raccolta. Una pirofila in pirex o un bicchiere di vetro (che non è fatto solo di vetro) possono infatti rovinare una differenziata fatta bene.

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E la carta? Come va differenziata? Quali sono gli errori più comuni?

Gli imballaggi di carta e cartone sono riciclabili, così come possono essere conferiti anche giornali e riviste a differenza, invece, delle carte termiche usate per gli scontrini che generalmente non sono riciclabili anche se alcune catene di supermercati e megastore hanno introdotto alcuni esemplari riciclabili che sono riconoscibili grazie al colore violaceo/azzurrino e alla dicitura impressa sul retro.

Le cosiddette carte oleate, quelle plastificate e quelle cerate invece vanno gettate nell’indifferenziato a meno che lo strato di plastica non sia separabile: in tal caso potremo avviare al riciclo la parte di carta separandola da quella in plastica.

Il sacchetto di pane pulito può andare nella raccolta della carta mentre, se è sporco di cibo e unto, può andare nella raccolta dell’organico. Lo stesso discorso vale per il cartone della pizza, fatto a pezzetti. La carta da forno (e quella dei muffin) è solitamente siliconata e quindi, di regola, va nell’indifferenziato salvo ci sia scritto espressamente che è compostabile.

A proposito di compostabili: la raccolta dell’organico presenta errori comuni?

Nella frazione umida vanno gettati gli avanzi di cibo, gli scarti di cucina, ma anche, come abbiamo riferito, il cartone della pizza sporco, il sacchetto di carta delle patatine, del pane o della frutta. Anche in questo caso sottolineerei una erronea convinzione: la circostanza che un oggetto sia realizzato con bioplastiche non lo rende, di per sè, compostabile. Nella raccolta dell’organico andrà tutto ciò che ha una certificazione di compostabilità (pensiamo ad alcuni piatti e posate monouso) la quale ci garantisce che quel bene potrà subire un processo di biodegradazione rapida in un impianto industriale.

I tappi, se vengono ottenuti da un unico pezzo di sughero e non siano trucioli assemblati con colle, possono andare nel compost. Nel dubbio meglio raccoglierne un po’ e portarli all’ecocentro perché potranno essere riciclati come legno.

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Torniamo ai dubbi più frequenti degli utenti di Junker… ci dicevi del dubbio se vadano lavati i contenitori o meno…

Certo, i problemi di wishcycling riguardano non solo ciò che butti ma anche come lo butti. Sono tanti altri gli errori che si commettono in buona fede. È inutile lavare i contenitori: è uno spreco di acqua ed energia. Le etichette possono anche non essere staccate.

Anche se la raccolta è multimateriale (ad esempio metalli e plastica) è meglio non mettere un oggetto dentro l’altro (ad esempio la plastica dentro una lattina). C’è chi lo fa per ridurre i volumi ma può complicare la vita in sede di separazione. Salvo che non si organizzi una raccolta specifica dei tappi, è meglio non staccarli dalle bottiglie di plastica. Tutto il contrario, nel caso del cartone per bevande: quando questo va conferito nella carta, il tappo va separato. È poi importante schiacciare le bottiglie di plastica per la loro lunghezza e non dal tappo verso la base!

Il problema del “come li butti” può riguardare anche gli imballaggi… della raccolta differenziata?

Qui sarebbe necessario fornire una risposta diversa per ogni tipo di raccolta. Alcuni Comuni indicano con che tipi di sacchetti si può fare, ma a volte è la stessa pubblica amministrazione a darli. Laddove sia organizzata la raccolta stradale è importante seguire delle regole. La plastica non si conferisce in sacchetti compostabili, l’umido non si butta in sportine di plastica. Il vetro si conferisce senza imballaggio, gli abiti vanno inseriti in un sacchetto e non sfusi mentre carta e cartone dovrebbero essere conferiti in una busta… di carta!

L’indifferenziato? Il Comune di Roma, ad esempio, richiede venga conferito in un sacchetto trasparente per consentire i controlli.

Ok ci vuole una laurea…

Aiuterebbe avere un po’ tutti una laurea magistrale in rifiutologia, ma, nel frattempo, noi di Junker forniamo delle “ripetizioni”: si può cercare il singolo prodotto, diamo indicazioni anche sui falsi amici della raccolta differenziata e, grazie alla geolocalizzazione, spieghiamo in ogni luogo quali sono le regole per il corretto conferimento. Tutti insieme ce la possiamo fare ad ottenere anche la lode!

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