Un gruppo di ricercatori della Binghamton University di New York ha trovato un metodo per riciclare i CD in modo efficiente, economico e soprattutto utile.

Ispirandosi alla necessità di individuare soluzioni sostenibili al problema dei rifiuti elettronici, il team ha ideato un sistema per trasformare i CD in biosensori da utilizzare in ambito medico.

I rifiuti elettronici o Raee sono infatti una miniera d’oro e di altri metalli preziosi che troppo spesso non vengono recuperati e di conseguenza finiscono sprecati.

I ricercatori hanno per questo cercato di ricavare il sottile strato di metallo dei CD, separandolo dalla plastica. Dopo questa operazione hanno utilizzato una taglierina meccanica, artigianale ed economica per realizzare i dispositivi elettronici.

I ricercatori hanno studiato le proprietà del metallo recuperato per riuscire a produrre biosensori indossabili verificando che fosse inerte, compatibile con le cellule umane e in grado di effettuare misurazioni.

I biosensori si utilizzano infatti per monitorare il cuore e altri muscoli, per rilevare livelli ematici di ossigeno, zucchero e lattato, per misurare il pH del sangue e la temperatura corporea, comunicando poi i dati a uno smartphone utilizzando il Bluetooth.

Nature Communication

Oltre a riuscire nell’intento di produrre sensori efficienti, i ricercatori sono stati in grado di ottimizzarne la fabbricazione sia in termini di tempi sia di costi: il ciclo produttivo dura infatti circa mezzora con una spesa di circa un dollaro e mezzo per biosensore.

Si tratta dunque di un metodo che, oltre a consentire un riciclo di materiali elettronici che diventerebbero rifiuti difficili da smaltire, non richiede particolari competenze e non ha costi elevati.

Nella ricerca sono stati utilizzati CD dorati, ma il metodo sarà testato anche sui CD argentati, più comuni. Lo scopo non è solo quello di riciclare i CD, ma anche di rendere i biosensori convenienti e accessibili a un maggior numero di persone possibile.

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Fonte di riferimento: Nature Communication

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