L’Instituto Socioambiental brasiliano ha pubblicato il rapporto “Yanomami Sob Ataque: Garimpo ilegal na Terra Indígena Yanomami e propostas para combatê-lo” dell’Hutukara Associação Yanomami e dell’Associação Wanasseduume Ye’kwana che dimostra e denuncia l’espansione incontrollata e distruttiva delle miniere nella Terra indígena Yanomami (TIY), il territorio indigeno più grande del Brasile, che si estende su un’area equivalente a quella del Portogallo a cavallo tra gli Stati di Roraima e Amazonas e demarcata 30 anni fa: il 25 maggio 1992.
La Terra indígena Yanomami venne delimitata proprio per impedire l’estrazione illegale di minerali e porre fine agli attacchi dei garimpeiros contro gli indios.
Ma, come fa notare l’Instituto Socioambiental, 30 anni dopo «I carnefici rimangono gli stessi, ma con un potere distruttivo molto maggiore». Il vicepresidente dell’Hutukara, Dario Kopenawa, conferma: «L’attacco ai popoli della Terra Indígena era avvenuto già negli anni ’80, con l’invasione di oltre 40.000 minatori. Oggi, nel 2022, la storia si ripete. Questo è molto grave».
Il rapporto denuncia diversi attacchi da parte di minatori abusivi armati i contro le comunità indigene e fornisce una cronologia completa dell’assedio del Palimiu nel 2021, una regione dove c’è una forte attività da parte del Primeiro Comando da Capital (PCC), un’organizzazione criminale terrorista brasiliana fondata nel 1993 da detenuti nella prigione di Taubaté di São Paulo, che organizza evasioni e rivolte in carcere, traffico di droga, furti e attività terroristiche e che attualmente gi può contare su almeno 6000 affiliati nelle carceri e 1.200 fuori.
Secondo i dati del nuovo rapporto, «Nel 2021 l’estrazione illegale è aumentata del 46% rispetto al 2020. L’anno prima c’era già stato un balzo del 30% rispetto al periodo precedente. Dal 2016 al 2020, l’attività mineraria nella TIY è cresciuta di on meno del 3.350%». Le comunità indigene direttamente interessate dall’attività mineraria illegale sono 273, più di 16.000 persone, il 56% della popolazione totale della TIY dove ci sono più di 350 comunità indigene e una popolazione di circa 29.000 persone.
Hutukara denuncia: «L’estrazione illegale di oro [e cassiterite] nel territorio degli Yanomami ha portato a un’esplosione di casi di malaria e altre malattie infettive, con gravi conseguenze per la salute e l’economia delle famiglie, e una spaventosa ondata di violenze contro gli indigeni». E infatti il rapporto dimostra che nelle aree con intense attività minerarie illegali, come le regioni di Uraricoera, Palimiu e Waikás, è esplosa la malaria. Solo a Palimiu, nel 2020, si sono verificati più di 1.800 casi e il rapporto fa notare che «La popolazione totale di Palimiu nello stesso anno era di poco più di 900 persone, cioè i dati indicano una media di quasi due [contaminazioni da] malaria a persona».
All’inizio del monitoraggio, nell’ottobre 2018, l’area totale distrutta dall’attività mineraria era di poco più di 1.200 ettari, la maggior parte concentrata lungo i fiumi Uraricoera e Mucajaí. Da allora, la superficie devastata è più che raddoppiata, raggiungendo un totale di 3.272 ettari nel dicembre 2021. La crescita delle attività minerarie è stata particolarmente accentuata dalla seconda metà del 2020 in poi, pericolosamente in coincidenza con la recrudescenza della pandemia di Covid-19. Nel solo 2021 si è registrato un aumento di oltre 1.000 ettari devastati. Secondo il rapporto «, dei 37 polos de saúde della Terra Indígena, 18 hanno dati di deforestazione legate all’attività mineraria». In una foto scattata il 22 marzo dal vicepresidente di Hutukara, Dário Kopenawa Yanomami, si vede la struttura dell’Unidade Básica de Saúde Indígena (UBSI) di Homoxi, inghiottita da un cratere causato dall’attività mineraria.
Il rapporto fornisce anche resoconti impressionanti della violenza subita da donne e bambini ad opera dei garimpeiros. Secondo le testimonianze, raccolte da ricercatori indigeni, «I minatori li abusavano sessualmente dopo aver fatto ubriacare le persone delle comunità assediate».
Gli estratti di un resoconto registrato da uno dei ricercatori indigeni sono impressionanti: «Dopo che gli Yanomami chiedono cibo, i minatori rispondono sempre. (…) “Non puoi chiedere il nostro cibo per niente! E’ evidente che non hai portato tua figlia! Ti darò da mangiare solo dopo aver dormito con tua figlia!». «Se hai una figlia e me la dai, farò atterrare una grande quantità di cibo che mangerai! Mangerai!»
«I garimpeiros dicono: “Questa ragazza qui. Questa tua figlia che è qui è molto bella! Allora gli Yanomami rispondono: “E’ mia figlia!”. Quando parlano così, i garimpeiros palpeggiano le ragazze. Solo dopo aver palpato danno del cibo. I Garimpeiros hanno rapporti solo con donne che bevevano cachaça. Garimpeiros non possono farlo con donne che non hanno avuto la cachaça».
Il rapporto sottolinea che «Dal punto di vista della maggior parte delle donne indigene, i garimpeiros rappresentano una grave minaccia. Sono violenti e producono un clima di terrore permanente nei villaggi».
Questo è quello che ha registrato un altro ricercatore indigeno durante un’intervista con un’altra donna Yanomami: «Quando le persone hanno detto che si stavano avvicinando, mi sono spaventato. Ecco perché, da quando ho sentito parlare dei garimpeiros, vivo con l’angoscia. In effetti, le persone ora pensano: “Dopo che garimpeiros che estraggono oro hanno violato le vagine delle donne, le hanno fatte ammalare”. Ecco perché, ora, le donne stanno morendo, a causa della letalità di questa malattia. Tanto che nel 2020 sono morte tre ragazze, che avevano solo circa 13 anni. Erano giovani, avevano appena avuto la loro prima metruazione. Dopo che i garimpeiros avevano causato la morte di queste ragazze, gli Yanomami hanno protestato contro i minatori, che si sono leggermente ritirati. I leader hanno detto loro che essendo così vicini, si comportano molto male».
Gli indios che vivono della regione del fiume Apiaú hanno raccontato a Hutukara che un garimpeiro che lavora nella regione ha offerto droghe e bevande agli indigeni e, quando tutti erano ubriachi e inerti, ha violentato uno dei bambini della comunità. Un’altra denuncia, riguarda un “matrimonio” organizzato tra un adolescente yanomami e un garimpeiros con la promessa di pagare in natura che non è mai stata mantenuta.
Per redigere il rapporto, Hutukara ha utilizzato ricognizioni aeree realizzate a fine gennaio che, oltre alle immense cicatrici nella foresta, all’inquinamento dei fiumi e ad aerei, elicotteri e altre costose attrezzature utilizzate per proteggere le attività legali utilizzato in attività illegali, mostrano anche la crescente vicinanza dell’attività mineraria alle comunità indigene. Dario Kopenawa si rivolge direttamente al presidente neofascista del Brasile Jair Bolsonaro: «Il governo deve valutare le sue azioni, poiché molte operazioni per combattere l’estrazione mineraria non hanno avuto effetto. Questo documento mostra la realtà che stiamo vivendo e le sue conseguenze, di tanta violenza e vulnerabilità. La mia gente sta soffrendo. Chiediamo il sostegno della popolazione che si unisca al nostro grido di aiuto per il ritiro immediato dei minatori dal nostro territorio».
Il rapporto “Yanomami Sob Ataque” evidenzia che i principali fattori che hanno portato all’aumento dell’estrazione mineraria illegale nella Terra indígena Yanomami sono: Aumento del prezzo dell’oro sul mercato internazionale; Mancanza di trasparenza nella filiera dell’oro e carenze normative che consentono frodi nella dichiarazione di origine del metallo estratto illegalmente; Indebolimento delle politiche ambientali e di tutela dei diritti delle popolazioni indigene e, di conseguenza, dell’ispezione regolare e coordinata delle attività illegali nelle Terras Indígenas; Aggravamento della crisi economica e della disoccupazione nel Paese, che produce una massa di manodopera a basso costo da sfruttare in condizioni di elevata precarietà e pericolo; Innovazioni tecniche e organizzative che consentono alle strutture minerarie illegali di comunicare e spostarsi molto più rapidamente; L’attuale politica del governo di incoraggiamento e sostegno insistente all’attività nonostante la sua natura illegale, producendo così l’aspettativa di regolarizzazione della pratica.
Il rapporto si conclude con una serie di raccomandazioni al Governo federale di Brasilia e sottolinea che «L’attività mineraria non è un problema irrisolto, ma richiede volontà politica per garantire un’azione efficiente e coordinata da parte dello Stato e un’articolazione tra gli organi responsabili e gli agenti».
L’articolo Yanomami sotto attacco. Come i garimpeiros stanno devastando la più grande Terra indígena del Brasile sembra essere il primo su Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.