Quando si parla di città più verdi non si vuole accontentare solo i cittadini amanti della natura. È una questione di sopravvivenza e di adattamento a un pianeta sempre più caldo. Ecco allora che le piante non solo sono in grado di mitigare l’effetto isola di calore nei centri urbani, ma fungono anche da efficiente cappotto termico per case ed edifici, consentendo una riduzione della temperatura in estate fino a tre gradi centigradi.

A dimostrarlo è il progetto “Infrastrutture ‘verdi’ per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e la qualità del microclima nelle aree urbane” di ENEA, che ha calcolato un abbattimento di quasi il 50% del flusso termico tramite l’ombreggiamento e la traspirazione di coltri vegetali disposte su tetti e pareti a protezione dalla radiazione solare. Un vero e proprio cappotto verde che agisce come isolante termico tutto l’anno, ma con migliori risultati nel periodo primavera-estate, quando le piante agiscono anche come estrattore naturale di calore dall’ambiente. In generale, l’effetto benefico di regolazione termica è dovuto all’ombreggiamento estivo, all’evapotraspirazione e alla fotosintesi clorofilliana delle piante.

“Grazie a un sofisticato sistema di sensori per il monitoraggio microclimatico – ha dichiarato Arianna Latini, ricercatrice del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica di ENEA – abbiamo verificato che le coltri vegetali messe a copertura del solaio e delle pareti esterni dell’edificio prototipo presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia, vicino a Roma, sono in grado di mantenere le temperature superficiali al di sotto dei 30 °C e quindi di evitare le forti variazioni termiche che si verificano a livello delle superfici di tetti e pareti privi di vegetazione, che raggiungono picchi di temperatura di oltre 50 °C nelle ore più calde”.

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Risparmio energetico e riduzione di inquinanti

Ma non finisce qui perché più la casa è fresca meno c’è bisogno di consumare energia elettrica. “I dati preliminari del progetto fanno supporre che si possa ottenere una riduzione dei consumi – ha aggiunto Latini – che si traduce in un risparmio di energia elettrica di circa 200 kWh per la climatizzazione estiva di un’abitazione di 100 metri quadrati”.

I tetti verdi non riducono solo gli aumenti di temperatura dovuti all’effetto isola di calore in città, ma migliorano la qualità dell’aria. Da uno studio condotto su specie di alberi e cespugli comunemente presenti nel verde urbano, il verde è in grado di contrastare la presenza di inquinanti atmosferici come l’ozono e il particolato PM10. Presso il Centro Ricerche ENEA Casaccia, per esempio, l’edera ed altre specie vegetali rampicanti hanno consentito una riduzione di circa il 20% di benzene, toluene, etilene e xileni (i composti organici volatili più comuni in ambiente urbano) nonostante l’area sia a forte esposizione di tali composti questi inquinanti. Non solo: la tutela della biodiversità e il rallentamento del deflusso delle acque piovane in eccesso sono altri benefici che derivanti dal verde urbano.

Secondo Enea, l’inverdimento del 35% della superficie urbana dell’Unione europea permetterebbe di ridurre la domanda di energia per il raffrescamento estivo di edifici pubblici, residenziali e commerciali fino a 92 TWh l’anno, con un risparmio di 364 miliardi di euro e emissioni di gas serra equivalenti a 55,8 milioni di tonnellate di CO2 l’anno.

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Vernici e materiali contro il caldo

Anche le vernici per dipingere i tetti possono influenzare la temperatura dell’edificio. Esistono infatti pigmenti speciali progettati per riflettere la radiazione solare che possono ridurre la temperatura superficiale di oltre 10°C rispetto alla vernice convenzionale. Anche vetri solari sulle finestre aiutano, con rivestimenti “spettralmente selettivi”, a mantenere il calore del sole all’esterno lasciando entrare la luce del giorno. Si stanno diffondendo anche vernici termocromiche, che assorbono luce e calore quando fa freddo e lo riflettono quando fa caldo.

Un’altra soluzione interessante sono i materiali a cambiamento di fase (Phase Change Materials). Questi materiali sono in grado di immagazzinare o rilasciare energia sotto forma di calore latente, al variare della fase del materiale. Quindi quando fa freddo la sostanza diventa solida (congela) e rilascia calore. Quando poi diventa di nuovo liquido, il materiale assorbe il calore, fornendo un effetto rinfrescante. Una ricerca ha scoperto che questi materiali possono ridurre le temperature interne fino a 5°C. Se aggiunti a un edificio con aria condizionata, possono ridurre del 30% il consumo di elettricità derivante dal raffreddamento. I PCM sono visti come una tecnologia molto promettente dai ricercatori e sono disponibili in commercio. Purtroppo la loro produzione è ancora molto energivora.

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